RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA UIL A ORLANDO
Come noto, per favorire l’adozione di misure di riforma pensioni più eque sono state create due commissioni tecniche. Domenico Proietti e Carmelo Barbagallo chiedono ora al ministro del Lavoro Andrea Orlando “di definire con urgenza il calendario dei lavori delle due commissioni istituzionali, quella per separare l’assistenza dalla previdenza e quella sui lavori gravosi”. Il Segretario confederale della Uil e il Segretario generale della Uilp ricordano che “le commissioni erano state insediate dalla precedente Ministra del Lavoro, dopo una gestazione lunga un anno, e avevano definito un calendario di riunioni, poi, sospeso a causa della crisi di governo. Ora è necessario fare presto per rispettare l’impegno che le due commissioni si erano date di presentare un primo rapporto alla fine di giugno su entrambi i temi di loro pertinenza”. Anche perché “da questo lavoro può venire un contributo particolarmente importante e utile al confronto tra Governo e parti sociali per definire le soluzioni adeguate su questi temi dando risposte alle necessità dei lavoratori, dei pensionati e del Paese”.
MANIFESTAZIONE CONTRO IL GOVERNO DRAGHI
Domani, come spiega strettoweb.com, a Reggio Calabria si terrà una manifestazione contro il Governo Draghi. “Non può passare inosservato il fatto che a guidare il Governo è, per antonomasia, l’“Uomo delle Banche e dell’alta Finanza”, l’Uomo che ha guidato la Banca Centrale Europea: quell’istituto che si è distinto per le politiche neoliberiste di austerità e di rigore, nelle politiche di taglio della spesa sociale che in Italia sono state la base per l’attacco alla Statuto dei Lavoratori e alle pensioni e hanno dato il via libera alle privatizzazioni, alla precarizzazione del lavoro e alla cancellazione di diritti fondamentali”, scrive in una nota il Coordinamento Regionale della Calabria del Movimento per la Rinascita del P.C.I. e l’Unità dei Comunisti, che evidenzia anche che “solo chi ha lo sguardo miope e corto non si è accorto che il Governo da poco formato sarà un Governo antimeridionalista”, visto che “i progetti di grande respiro e finanziati dal Recovery fund sono localizzati al Centro-Nord, penalizzando il sud”.
PENSIONI APE SOCIAL, L’ULTIMA PROROGA
In attesa di capire come e quando il Governo Draghi interverrà per il settore pensioni, dovendo trovare in 12 mesi una riforma che sostituisca la “scaduta” Quota 100, una prima direzione effettuata già con il precedente Governo è stata la proroga dell’indennità “ponte” verso la pensione, l’Ape Social, ma solo per alcune categorie. Assieme all’Opzione Donna, la misura varata dai precedenti Governo Pd ha visto l’attivazione solo per gli over 63 che hanno presentato domanda per l’indennità con cui raggiungere i titoli verso la pensione di vecchiaia. Si tratta dei disoccupati con più di 30 anni di contributi previdenziali ma anche lavori gravosi con almeno 36 anni di contributi con categorie come «operai edili, autisti di gru e macchine per l’edilizia, conciatori, macchinisti e personale viaggiante, autisti di mezzi pesanti, infermiere e ostetriche ospedaliere, badanti, maestre d’asilo, facchini, addetti ai servizi di pulizia, operatori ecologici, operai siderurgici e del vetro, operai agricoli, marittimi e pescatori» (fonte Today, ndr). L’Ape Social per gli over 63 è stato accettato anche per chi assiste un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave o chi ha un’invalidità minima del 74%: importo non soggetto a rivalutazione e non integrato al trattamento minimo (prevede comunque 12 mensilità). (agg. di Niccolò Magnani)
SIAD-CSA-CISAL CONTRO CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ IN SICILIA
Come riporta livesicilia.it, nei giorni scorsi presso la commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana si è tenuta l’audizione del Siad-Csa-Cisal, e i sindacalisti Giuseppe Badagliacca e Lo Curto hanno fatto sapere di ritenere “necessario finanziare adeguatamente il Fondo per la contrattazione con un aumento di almeno il 30%, ma anche riaprire la stagione dei concorsi”. Questo perché “i pensionamenti attuati negli ultimi anni hanno tagliato drasticamente il numero di funzionari, istruttori e dirigenti, mettendo in difficoltà i dirigenti generali che vorrebbero ricorrere a soluzioni estreme come ad esempio l’accorpamento di uffici anche di Comuni diversi”. I sindacalisti sono anche intervenuti su un tema caldo in Sicilia, relativo alla riforma pensioni che potrebbe tagliare le pensioni degli ex dipendenti regionali, spiegando che “non è pensabile che il contributo di solidarietà colpisca anche le pensioni più basse andando contro lo spirito della normativa nazionale che invece riguarda solo quelle più alte”.
RIFORMA PENSIONI, IL PROBLEMA SOSTENIBILITÀ
In un articolo pubblicato sull’Huffington Post, Villy de Luca spiega che “con l’aspettativa di vita destinata a crescere radicalmente nei prossimi anni, l’assunto diffuso in quasi tutti i paesi Europei, per cui l’età pensionabile inizia intorno ai 65 anni, dovrà essere definitivamente superato”, anche perché “senza un cambio di direzione rischiamo di avviarci verso una società in cui gli anni passati in pensione sono uguali, se non superiori, agli anni spesi a lavorare, il che non è economicamente sostenibile nel lungo periodo. Non scordiamoci, infatti, che la spesa pensionistica conta circa il 16% del Pil italiano ed è finanziata per quasi un terzo dallo Stato, dato che i contributi versati dai lavoratori riescono a coprire solo il 70% delle pensioni erogate”.
LA PROPOSTA DI VILLY DE LUCA
Dal suo punto di vista si potrebbero anche aumentare i contributi previdenziali o diminuire l’importo degli assegni per mantenere la spesa sotto controllo, ma ciò porterebbe a ripercussioni negative o sul mercato del lavoro o sulle condizioni di vita dei pensionati. Per questo una riforma pensioni che alzi il requisito anagrafico sarebbe “la migliore delle opzioni realizzabili”. Per de Luca, “una riforma in questa direzione dovrebbe altresì essere accompagnata dall’introduzione di un sistema di ‘scala mobile’ che modifichi l’età pensionabile in base all’andamento dell’aspettativa di vita per garantire un aggiustamento in linea con l’evoluzione della società”. Dal suo punto di vista, “piccoli interventi oggi potrebbero avere un enorme impatto ed evitare il sorgere di crisi economiche e sociali, quando ormai potrebbe essere troppo tardi per intervenire”.