Beppe Vessicchio, storico direttore d’orchestra del Festival di Sanremo 2021, sarà tra i protagonisti anche dell’edizione 2021. Lo vedremo in occasione della performance di Elena Faggi, giovane cantautrice in gara con Che ne so nella sezione Nuove proposte, anche se non è da escludere che lui e Fiorello abbiano in serbo qualche siparietto divertente. È lui stesso a lasciarlo intuire, in un’intervista del 6 febbraio ad Adnkronos: “Comunque se Fiorello avesse bisogno, mi ci siedo io in platea a fargli da sparring partner sulle battute”, scherza il maestro. Tanta solidarietà per lui e Amadeus: “Per i conduttori l’assenza di pubblico sarà molto più difficile da gestire che per i cantanti”, osserva. “Il cantante la sua canzone la porta a casa, è abituato a cantare su un set per i videoclip ad esempio, ma per i conduttori, che magari fanno una battuta e non c’è nessuno che reagisce, è ben più dura. Penso ad Amadeus e soprattutto a Fiorello”.
Il Festival secondo Beppe Vessicchio
In effetti, fare il comico in queste condizioni non è proprio il massimo. Non lo è per Fiorello e non lo è per nessuno, almeno nel senso che scherzare e concedersi un momento di leggerezza risulta difficile, data la situazione Covid. Dal suo punto di vista, però, Sanremo andava fatto comunque: “Sicuramente qualunque forma d’arte soffre dell’assenza di un fruitore o spettatore”, sostiene Beppe Vessicchio. “Però il Festival è più importante per i tanti che lo vedono da casa che per i pochi che lo vedono seduti in platea. Sanremo è forse l’unico caso settantennale di comprovata adesione di un grande pubblico anche trasversale, mostra da sempre una capacità di unione senza pari: altro che governo di larghe intese!”.
Beppe Vessicchio: “Sogno la riapertura delle sale in tutta Italia”
In quest’ottica di ripresa, Beppe Vessicchio non poteva che dedicarsi a seguire e coltivare il talento di una giovane promettente: “Non fare Sanremo 2021 sarebbe stato un delitto, soprattutto per le Nuove proposte”, osserva, “perché i Big spesso vanno a Sanremo per una conferma o una rinascita, ma i Giovani ci vanno per nascere. E bloccare una nascita non è mai una cosa felice”. Il suo sogno, Ariston a parte, è la riapertura delle sale in tutta Italia: “Stanno partendo i vaccini per i più anziani che in Italia sono tanti e che sono grandi frequentatori di teatri e cinema. Io credo che con un mix tra vaccinati e pubblico non vaccinato ma distanziato, si possa far ripartire un settore che è stato davvero mortificato e che si è sentito considerato dal Paese come non importante, non essenziale. Perché se finora non si è riaperto non è stato perché i cinema e i teatri fossero luoghi più pericolosi di altri ma perché, purtroppo, si è pensato che fossero settori meno importanti di altri”.