Il titolo della puntata di ieri sera a “Otto e Mezzo” di Lilli Gruber era eloquente: «Lombardia malata d’Italia?” e la tesi vedeva diverse colpe/responsabilità da imputare alla gestione Fontana-Moratti-Bertolaso per la campagna di vaccini al rilento. In collegamento il direttore del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, mai troppo “tenero” con la Lombardia nei mesi passati, eppure sorprende per un’analisi questa volta in difesa della giunta regionale: «Bertolaso ha promesso di vaccinare tutti i lombardi entro l’estate? Francamente mi auguro di sì, visto che notoriamente sono definito menagramo e guastafeste. Ma sarà possibile solo se ci sarà il vaccino. E in questo momento non ce n’è abbastanza».
Davanti però alle domande incalzanti della Gruber per evidenziare in qualche modo degli errori/ritardi della Lombardia, Galli replica quasi seccato «state buttando la questione sul politico. Tutto si può dire tranne che in questi mesi io sia stato tenero con la Regione Lombardia, ma in questo momento non c’è il vaccino signori. Questo è il problema cruciale e il vero dramma».
LA “DIFESA” DI GALLI ALLA LOMBARDIA
Secondo l’esperto infettivologo, non può avvenire in questo momento un gioco al massacro politico di questo o quel Governatore, dato che il problema sta a monte: «Non facciamo un gioco al massacro per cui non va bene il modello di questo o di quell’altro e ci si deve contrapporre anche all’interno dell’attuale governo, che potrà non piacere a molti e per molti aspetti neanche a me nella sua composizione completa». Non solo a livello italiano o europeo, ma proprio a livello mondiale i vaccini sono ancora pochi e non ce n’è ancora per tutti: «Il punto fondamentale a livello mondiale è che non c’è abbastanza vaccino. Secondo voi, io sono felice dell’idea che si vada verso l’orientamento di una sola dose del vaccino Pfizer? Ho tutte le mie perplessità, anche se i dati reali di Israele stanno dimostrando che si può fare. Io avrò sempre i miei paletti da proporre: ad esempio, non farei una sola dose vaccinale per le persone immunodepresse», spiega ancora Galli a Otto e Mezzo.
Il punto nodale, conclude l’esperto professore, è trovare il modo per avere il più rapidamente possibile maggiori quantitativi di vaccini: «Trovo abbastanza allucinante ribadire che la Lombardia vaccina in un modo e altre regioni in un altro. Francamente, se devo dirla tutta, conosco Bertolaso dal 1987, ho lavorato con lui diverse volte e lo stimo. A me interessano le competenze tecniche in questi termini. Per quanto riguarda le mie convinzioni politiche, il discorso è un altro».