Dall‘Alto Adige giunge notizia dei primi due pazienti morti dopo essere risultati positivi alla variante sudafricana del covid. La notizia, segnalata dal quotidiano Dolomiten, poi confermata dall’Azienda Sanitaria, sottolinea quanto siano pericolose le nuove varianti del virus circolanti nelle ultime settimane, in quanto non è ancora ben chiaro quali sia la copertura dei vaccini contro di esse. Alla luce di quanto emerso, stanno aumentando i comuni nella zona di Merano che hanno deciso di isolarsi per evitare appunto la diffusione della variante.
Nelle ultime ore si sono aggiunti al gruppo i paesi di Parcines, Tirolo e Silandro, dove si può entrare solo con un tampone negativo non più vecchio di tre giorni. A questi si aggiungono Merano, Rifiano, Moso in Passiria, San Pancrazio, Malles, Lana, San Martino in Passiria, Caines e San Leonardo in Passiria, in cui le restrizioni resteranno in vigore fino al prossimo 7 marzo, per cui, anche in questo caso, varrà l’obbligo di effettuare dei test per entrare o uscire dalla zona rossa. I tamponi si possono eseguire in aree appositamente allestite, ma anche dai medici di famiglia e nelle farmacie.
ALTO ADIGE, VARIANTE SUDAFRICANA: FINO AD ORA 31 CASI EMERSI
Nel contempo proseguono i test a tappeto, e sono stati individuati altri quattro casi di variante sudafricana, da aggiungere ai 15 già contagiati comunicati nella giornata di ieri. In totale sono stati scoperti 31 casi di variante sudafricana con l’aggiunta di 220 di quella inglese, versione quest’ultima molto più contagiosa rispetto al ceppo originario, nel senso che si diffonde più facilmente, ma fortunatamente non più pericolosa. Inoltre, sembra che i vari vaccini anti covid in circolazione siano efficaci contro di essa. Florian Zerzer, come riferisce IlFattoQuotidiano.it, ha spiegato che “sono stati prelevati campioni da tutte le parti della provincia per il sequenziamento. Finora sono stati processati 630 tamponi e i casi della mutazione sudafricana sono stati trovati solo nella zona di Merano, Val Passiria e Val Venosta”.