Cani e gatti inquinano e arrecano un grave danno all’ambiente. Tale affermazione è da attribuire a Daniel Curnier, professore di Scienze Ambientali presso l’Università di Losanna, il quale ha rilasciato un’intervista alla “Tribune de Genéve”. Dichiarazioni forti, che hanno immediatamente fatto infuriare i proprietari di animali domestici in landa elvetica, ma Curnier ha rincarato la dose: “L’ecosistema è già messo in ginocchio dal cibo degli esseri umani, perché dobbiamo gravarlo anche con quello degli animali?”.
Lo studioso ha ancora aggiunto una precisazione ulteriore al suo intervento: “Passi, come ho già detto, per il cavallo che sostituisce il trattore, per il cane che assiste i non vedenti o per quelli da catastrofe, ma non ritengo ammissibile sprecare risorse e produrre rifiuti per dare sollievo a chi si sente solo. Un cane o un gatto non possono costituire un palliativo ai loro problemi. Si tratta di un lusso, di un bisogno superfluo”. Parole che hanno in qualche modo ferito gli amanti di cani e gatti, che non hanno esitato a puntare il dito contro il docente.
“CANI E GATTI INQUINANO”, MA NON TUTTI GLI STUDIOSI LA PENSANO COSÌ
Cani e gatti inquinano e non sono dunque degni dell’amore umano? Per fortuna, non tutti gli studiosi la pensano come il professor Curnier. Sandro Cattacin, sociologo presso l’Università di Ginevra, ha replicato con fermezza alle parole pronunciate dal collega: “La questione dell’ecosistema legato agli animali si pone, semmai, con riferimento a quelli d’allevamento, soprattutto i bovini, legati a un consumo eccessivo di carne e, quindi, piuttosto che prendersela con gli animali domestici ,sarebbe buona cosa consumare meno carne. Direi che se pensiamo al ruolo svolto in particolare dai cani, ad esempio nel contribuire a routine che aiutano gli anziani, allora penso che possiamo sopportare l’eventuale aggravio di inquinamento che provocano”. Ricordiamo che in passato uno studio condotto in Nuova Zelanda sosteneva che un cane di grossa taglia fosse in grado di inquinare il nostro pianeta tanto quanto un SUV. Il ragionamento del professor Curnier si incardina su questo filone, ma, effettivamente, pare essere eccessivamente severo nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.