Il figlio di Ennio Morricone, Andrea Morricone, ricorda il padre in questo tributo dal pasco di Sanremo 2021
Andrea Morricone, il figlio dell’indimenticabile Ennio Morricone, ospite della seconda puntata del Festival di Sanremo 2021. Il direttore d’orchestra, figlio d’arte, accompagna i tre tenori de Il Volo in un tributo dedicato proprio ad Ennio Morricone scomparso lo scorso 20 luglio 2020 all’età di 91 anni. Un lascito importante quello di Ennio Morricone, direttore d’orchestra e compositore di fama mondiale e vincitore anche dei Premi Oscar. Intervistato da Il Giornale, Andrea ha raccontato: “la differenza con lui è soprattutto nel fatto che io ho scritto 40 colonne sonore, papà più di quattrocento”. Il direttore d’orchestra ha anche raccontato come il papà Ennio ha reagito quando ha scoperto che voleva seguire le sue orme: “non era d’accordo, naturalmente. Ma non si è opposto. Mi disse un in bocca al lupo che voleva dire tante cose”.
Andrea Morricone ha poi ricordato e raccontato gli ultimi momenti di vita del padre: ” a causa del lockdown avevamo trascorso molto più tempo insieme. Ha avuto complicanze legate alla frattura del femore e ci siamo parlati l’ultima volta il giorno prima. Andrea Morricone, mia mamma, i miei fratelli io e lui, e sono sicuro che abbia sentito la nostra felicità e la nostra sintonia fino alla fine. Ha affrontato con coraggio e unicità anche gli ultimi momenti. L’ha fatto da fuoriclasse qual era. Ecco la vera definizione di papà: era un fuoriclasse”.
Andrea Morricone e il tema “Tante pietre a ricordare”
Andrea Morricone ha poi parlato del tema “Tante pietre a ricordare” scritto dal padre Ennio Morricone e dedicato alle 43 vittime morte durante la caduta del Ponte Morandi a Genova: “credo che mio padre abbia composto questo brano circa tre mesi fa durante la quarantena, intorno a marzo-aprile: è molto mistico, c’è una melodia, affidata al coro, che si ripete in maniera circolare, su un accompagnamento di archi. Ha un’impronta compositiva classica armonica”. Un tema che risuona come una vera e propria eredità musicale di uno dei più grandi della musica italiana e mondiale, che il figlio Andrea ha raccontato così: “testo e musica sono una fusione perfetta, uniti rappresentano una forza unica, l’affermazione della luce, di queste pietre chiamate a illuminare Genova, il suo nuovo ponte, un’opera architettonica mirabile di Renzo Piano. Ma il brano illumina soprattutto il cuore di chi ascolta. Ha un “colore” sereno, con un accordo finale in maggiore che simboleggia la tragedia umana, ma anche la speranza, la bellezza, lo sforzo di una collettività che ha lavorato duramente per far rinascere il suo Ponte”.