Torna ad essere blindata Washington. Tutta colpa di QAnon, il gruppo di complottisti seguaci di Donald Trump, che pare abbia in programma un attacco nella capitale degli Stati Uniti per la giornata di oggi, 4 marzo. Come riferisce l’Huffington Post, l’Fbi ha iniziato a controllare le chat online, scoprendo appunto un possibile nuovo attacco, replicando quanto avvenuto lo scorso 6 gennaio a Capitol Hill. Per evitare un nuovo caos la polizia e la Guardia Nazionale hanno rinforzato i presidi con il massimo dell’allerta, mentre la seduta prevista oggi alla Camera è stata cancellata, anticipando le votazioni a ieri.
Al momento la situazione sembra sotto controllo ma il lockdown di Washington sottolinea quanto gli Stati Uniti siano rimasti scottati dall’assalto al Campidoglio del giorno della Befana, quando, ricordiamo, morirono cinque persone, le relative immagini scandalizzarono il mondo intero, e il presidente uscente Donald Trump finito a processo per impeachment (uscendone vincitore).
WASHINGTON BLINDATA PER QANON: ECCO PERCHE’ IL 4 MARZO
Ma perchè proprio oggi, 4 marzo? Semplicemente perchè secondo i fedeli di QAnon, fino al 1933, stando a quanto sostiene la costituzione, il giuramento del presidente avveniva il quarto giorno di questo mese, poi data anticipata al 20 gennaio, come ormai da molti anni a questa parte. Oggi si dovrebbe quindi insediare Donald Trump secondo i complottisti, che diverrebbe così il 19esimo presidente degli Stati Uniti, numero che deriva dal fatto che tutti i capi di stato eletti dopo Ulysses Grant nel 1869, vengono rifiutati. “Abbiamo ottenuto informazioni che mostrano un possibile complotto per assaltare il Campidoglio da parte di un gruppo di milizie identificato giovedì 4 marzo”, le parole di alcuni esponenti della Capitol Police, sottolineando di aver preso “sul serio l’Intelligence”. Ad alimentare questi complottisti, il fatto che gli stessi siano convinti di essere stati imbrogliati durante le recenti elezioni presidenziali del 3 novembre 2020, e di conseguenza, prima o poi dovranno fare giustizia.