Paola Turci non ha mai amato i pettegolezzi e parlare della propria vita privata. L’artista ha sempre preferito far parlare di sè per la musica, ma in un’intervista rilasciata ai microfoni del settimanale F, per la prima volta, si sofferma anche sul proprio privato. Da mesi, il nome di Paola Turci è accostato a quello di Francesca Pascale. La cantante ha sempre evitato di parlarne e rilasciare dichiarazioni, ma ai microfoni del settimanale F, ammette di non amare le etichette. Paola Turci ha sempre difeso la propria libertà ed è ciò che ribadisce nell’intervista. “Non ho nessuna intenzione di farmi influenzare dai giudizi degli altri e rinunciare ad avere le relazioni che voglio con le persone che scelgo”, dichiara la cantante.
Da sempre in prima linea per la difesa dei diritti delle donne, parlando di femminismo, svela quello che aveva capito sin da bambina. “Il femminismo è un tema di vita. Io mi sono resa conto delle differenze di trattamento tra uomo e donna fin da piccola. Mia sorella e io sapevamo rifare il letto, mio fratello no. Sembra una sciocchezza, in realtà è un segnale importante”.
PAOLA TURCI: “SONO LESBICA E ANCHE ETERO”
Paola Turci parla a cuore aperto della propria vita privata, delle etichette e dei rumors intorno alla sua vita privata. “I pettegolezzi li detesto. In questi mesi, ho vissuto male quello che mi sembra una sorta di accanimento”, ammette la cantante. Tornando indietro nel tempo, ricorda l’esatto momento in cui il suo nome fu accostato a quello di Gianna Nannini. “Avevo 20 anni quando mi dissero: “Si dice che stai con Gianna Nannini”. Con un po’ di vergogna devo ammettere che, allora, non sapevo neppure che cosa significasse essere omosessuale. Un noto tennista italiano mi vide mentre suonavo in un piano bar e disse: “Ha la voce profonda, i muscoli, dev’essere lesbica”. È per il mio aspetto? Può darsi. O, forse, perché dire etero non fa notizia? Non lo so e non m’interessa. Sono quella che sono, se mi piace una donna, sto con una donna. Sono lesbica e anche etero. Bisessuale? Chi lo sa? Nelle etichette non c’è evoluzione.”