La Commedia delle arti si trasferisce in Europa per rappresentare uno spettacolo inedito: il trasferimento teatrale di un significante storico della tensione italica degli anni della contestazione così come fu rappresentata nel finale di uno dei capolavori più intensi di Michelangelo Antonioni: l’esplosione che costituisce il liberatorio finale di Zabriskie Point, film capolavoro sulla svolta culturale e mitopoietica di quel neocapitalismo che ora abbiamo dilagante e trasformato nel disgregato capitale finanziario divoratore di ogni regola e di ogni sintesi conciliatrice tra i ceti e le classi, sprofondando i deboli tra marginalità e povertà assoluta.
Mi riferisco alle dimissioni del segretario del Partito democratico, essenza stessa dell’establishment italico che non trova né la forza virile, né la dignità storica di assolvere a quell’elementare dovere che è tener alto l’interesse prevalente italico sia nella lotta alla pandemia sul piano sanitario, sia su quello economico-sociale.
Il tutto mentre l’Ue si sta decomponendo sotto l’incapacità di rispondere alle varianze di processo organizzativo e dei comportamenti dei poteri situazionali di fatto medicali e logistici che producono il fallimento evidente delle politiche europee e nazionali vaccinali. Esempio lampante del fatto che un potere oscuro e quindi privo di accountability, di transparency, di disclosure come quello della mesopotamica burocrazia europea a nomina mista – ossia a doppia entrata (nazionale e partitica, secondo un sistema ponderato su base demografico-contributiva ed elettorale tale da distribuire l’allocazione degli incarichi).
Se il Parlamento europeo esistesse e non fosse una burla tragica, la signora von der Leyen dovrebbe dimettersi nella vergogna. Invece saluta di nuovo con gli abitini da Cirque du Soleil, poi sale sul suo cavallino e raggiunge la signora Merkel per farsi consolare, mentre non solo aumenta la povertà assoluta, ma aumenta anche il grado di accettazione del rischio, mentre si celebra il suicida rito collettivo della crescita della curva pandemica.
Una sorta di rito simbolico che non produce salvezza: produce disgregazione, anomia, disperazione infragenerazionale.