Matteo Bassetti, responsabile di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, ha riportato nelle ultime ore l’attenzione sulla questione vaccini in Italia, mediante un post pubblicato sul suo profilo Facebook, nel quale denuncia il profondo ritardo accumulato nella campagna di vaccinazione rispetto a numerosi Paesi, non soltanto europei. Che la nostra nazione non eccellesse in termini di numeri e di statistiche connessi all’inoculazione delle dosi fino a questo momento ricevute era cosa nota, tuttavia le cifre svelate dall’infettivologo rendono ancora di più la gravità di una situazione purtroppo reale.
“L’Italia si trova al quarantunesimo posto della classifica mondiale per vaccini fatti in rapporto alla popolazione – esordisce nel suo scritto Matteo Bassetti –. Ci precedono, solo in Europa: Ungheria, Danimarca, Norvegia, Grecia, Polonia, Finlandia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Svezia, Romania e Germania. Non mi sembra che l’Italia abbia finora primeggiato. Speriamo che con il nuovo commissario si assista ad un cambio di passo con più coraggio e più incisività nella politica vaccinale”.
MATTEO BASSETTI: “POLITICA INDIFENDIBILE”
Vedere l’Italia così indietro nella graduatoria relativa alla campagna vaccinale a livello internazionale rappresenta sicuramente un colpo al cuore, anche e soprattutto in virtù della recrudescenza della pandemia di Coronavirus all’interno dei nostri confini (e non solo, purtroppo). “Spiace constatare che alcuni politici e rappresentanti delle istituzioni vogliano difendere a tutti i costi l’indifendibile – ha proseguito Matteo Bassetti –. Alcuni di loro, che amano frequentare la televisione, dovrebbero studiare e lavorare di più. Eviterebbero bruttissime figure. La scienza e la medicina non hanno colore politico. Le polemiche sì, ma quando sono fatte senza fondamento, il vento le porta via in un batter d’ali”. Insomma, la schiettezza a Bassetti di sicuro non è mai venuta meno, ma in questo caso l’allarme da lui lanciato non può e non deve essere in alcun modo sottovalutato e, in qualche modo, è condiviso anche dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha già compiuto i primi passi per dare una seria accelerata alle vaccinazioni in Italia.