Palmiro Cangini, comico di Zelig conosciuto con l’alias Paolo Cevoli, ha prestato il suo volto ad una campagna pubblicitaria che invita le persone a sottoporsi al test del sangue occulto nelle feci, un semplice esame che può individuare anzitempo il tumore al colon. Lo slogan è tutto un programma «Non è questione di culo», e la campagna è stata promossa per il mese di marzo dalla Federazione Italiana Società Malattie Apparato Digerente (Fismad).
«Il cancro colorettale – sottolinea Cevoli – si può sconfiggere. Il test funziona davvero e salva la vita. La fortuna non c’entra, la prevenzione… non è questione di culo». Obiettivo di Fismad è ampliare la conoscenza nei confronti di quello che resta uno dei tumori più diffusi al mondo, e nel contempo, diffondere il test di cui sopra, per individuare anzitempo un cancro che ogni anno provoca circa 19mila morti nel nostro paese; basti pensare infatti che con quasi 44mila casi registrati nel 2020, il colon retto è il secondo più frequente in Italia e il secondo fra i più letali.
TUMORE AL COLON, LA NUOVA CAMPAGNA: “IL 90% DEI CASI IMPIEGA ANNI A SVILUPPARSI”
Nove casi su dieci, tra l’altro, potrebbero essere evitati proprio grazie alla prevenzione, indolore e totalmente gratuita. «Quasi il 90% dei carcinomi del colon-retto si sviluppa a partire da adenomi che impiegano anni, in media una decina, per trasformarsi in forme maligne – le parole al Corriere della Sera di Elisabetta Buscarini, presidente Fismad e direttore della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva all’Ospedale Maggiore di Crema -è in questa finestra temporale che lo screening con il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci consente di fare una diagnosi precoce ed eliminare i polipi intestinali prima che abbiano acquisito caratteristiche pericolose ed evolvano in un tumore maligno». La Buscarini aggiunge: «Moltissime evidenze scientifiche hanno invece dimostrato che lo screening riduce del 20% il numero di nuovi casi (è uno dei pochi tipi di cancro in calo, infatti) e del 30% la mortalità. E migliora la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, aumentata dal 52% degli anni Novanta al 65% attuale, anche grazie all’efficacia delle terapie negli stadi più avanzati. Solo nel caso in cui vengano rinvenute tracce di sangue nelle feci sarà necessario fare ulteriori accertamenti con la colonscopia». In Italia purtroppo la prevenzione è calata ulteriormente nell’ultimo anno a causa del covid, con due milioni di persone in meno rispetto al 2019 che si sono sottopose all’esame nel periodo gennaio-settembre 2020.