La corte d’Appello di Torino ha condannato una educatrice a 5 anni di reclusione “per atti sessuali con minore”. L’accusa è quella di essersi innamorata ed aver fatto sesso con un ragazzino di appena 13 anni quando si trovava in una comunità dell’hinterland di Torino, avviando con lui una vera e propria relazione amorosa e sessuale. All’epoca dei fatti, scrive Repubblica, il ragazzino era un adolescente problematico, con un passato di maltrattamenti per cui era stato allontanato dalla famiglia di origine. In comunità aveva conosciuto una educatrice con la quale era iniziato un rapporto speciale anche se per la procura altro non è stato se non un rapporto sessuale come confermato anche da alcuni messaggi scambiati tra i due e che per l’accusa confermerebbero la violenza sessuale da parte della 38enne (all’epoca dei fatti).
Lei si era difesa negando tutto e parlando di un rapporto materno con il ragazzino considerato “il figlio che non ho mai avuto”, al punto da aver voluto chiedere il suo affido. La donna tuttavia non sarebbe stata creduta ed anche in Appello è stata condannata sebbene la sua pena sia stata inferiore a quella inferta in primo grado, quando le erano stati comminati 8 anni.
SESSO CON 13ENNE IN COMUNITÀ: EDUCATRICE CONDANNATA A 5 ANNI
Ad intervenire, dopo la condanna, sono stati anche i difensori della donna che, come riferisce Repubblica, hanno commentato: “Quei messaggi che possono sembrare imbarazzanti se contestualizzati assumono un significato di segno opposto”. L’educatrice ad esempio scriveva al ragazzino: “Io vedo in te cose che mi fanno impazzire” al quale però aveva aggiunto, come precisano gli avvocati: “E che farebbero impazzire tutte le ragazze. Tu sei capace di far sentire ogni donna come una regina”. “Non è vero” aveva risposto lui, e lei gli aveva scritto: “Pochi uomini ne sono capaci, tu proteggi le stai vicino la aiuti le ami e baci come nessuno sa fare”. Per gli inquirenti l’adolescente si rapportava negativamente con le persone femminili per via della storia di abusi in famiglia. L’educatrice sostiene di non aver mai avuto rapporti intimi con il ragazzino che invece aveva sostenuto il contrario. Per gli inquirenti il loro rapporto si era spinto fin troppo oltre come evidenziato da alcuni messaggi compromettenti su Instagram. Tale situazione particolare era venuta alla luce nel febbraio 2018 in seguito ad alcune confidenze del giovane con un altro assistente. Lo stesso rapporto eccessivamente morboso aveva scatenato non pochi dubbi presso il marito dell’educatrice condannata che la definiva “il parcheggio degli adolescenti”.