Anna Maria Rizzoli è stata una delle grandi protagoniste delle commedie sexy, quei film molto in voga negli anni ’70, ’80 e che divennero dei veri e propri cult. Da Nadia Cassini alla Fenech passando appunto per la Rizzoli e Gloria Guida, splendide donne e attrici spopolavano sul piccolo e grande schermo: «Diciamo che noi eravamo tutte naturali – racconta oggi la Anna Maria Rizzoli in un’intervista concessa ai microfoni de La Verità – non c’era la chirurgia estetica, non c’erano neanche le punturine, proprio nulla. Quando facevamo i servizi su Playboy, non è che ci fossero le foto ritoccate al computer come adesso… Noi com’eravamo eravamo».
Numerosi gli attori con cui ha lavorato, fra cui Enzo Cannavale e Bombolo: «Bombolo aveva una comicità innata – ha spiegato – aveva un modo di dire le cose anche fuori dal set che ci faceva morire dal ridere. Non recitava, interpretava sé stesso. Cannavale era straordinario, veniva dal teatro, aveva lavorato anche con Eduardo De Filippo. Sul set era come stare in famiglia perché ormai ci conoscevamo bene, c’era un rapporto affettuoso, non ci sono mai stati screzi. Ci siamo sempre molto divertiti a fare quei film».
ANNA MARIA RIZZOLI: “LINO BANFI UN GRAN SIGNORE, STREHLER…”
Come dimenticarsi, fra i suoi partner, anche di Lino Banfi, quello con cui Anna Maria Rizzoli ha legato particolarmente e definito dalla stessa «Un gran signore». Il film che le ha fatto spiccare il volo è stato comunque quello con un altro grandissimo come Paolo Villaggio: «Ho fatto un episodio di Dove vai in vacanza? diretto da Luciano Salce, con Paolo Villaggio. Grazie a questo episodio e al festival di Sanremo la mia carriera è decollata». Anna Maria Rizzoli è sempre stata doppiata: «Sempre. Non sempre le voci mi piacevano. Solo una volta ho avuto il privilegio di essere doppiata da Simona Izzo. Mi ha dato una voce magnifica». Mai recitato quindi con la sua voce: «No, solo quando ho fatto teatro con Giorgio Strehler. Avrei preferito, ma non si giravano i film in presa diretta e non avevo neanche il tempo di fare il doppiaggio». E con il maestro del teatro è stata un’esperienza indimenticabile: «Con Strehler ho chiuso in bellezza perché ero stanca di questo lavoro: ho sacrificato gli anni più belli dietro la carriera. Adesso, tornando indietro, non so se rifarei questa professione, magari farei l’avvocato come mio papà. Quando è arrivato Strehler, mi sono detta: “Va bene, chiuderò in bellezza. Lavoro con lui e poi mi ritiro”. Così ho fatto». E ancora: «Mi ha chiesto: “Tu faresti teatro?”. “Il teatro serio non so… ho sempre fatto commedie brillanti”. “Vedrai, non preoccuparti, ti faccio recitare io”. Ho fatto con lui 15 giorni di prove, io e lui da soli, per impostare la voce. Mi ha insegnato tutta la mia parte: era così bravo che poteva far recitare anche i sassi».