Un piano choc – poi fortunatamente saltato – quello messo in atto ai danni di una donna tre soggetti, tutti indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla ‘Ndrangheta in Emilia Romagna e che ha portato nelle passate ore a nove arresti e ad una misura interdittiva da parte della Dda di Bologna. E’ il novembre 2019 e tre degli indagati – Giuseppe Friyo, Domenico Cordua e un terzo uomo – sono stati intercettati mentre conversavano di un “affare” del quale si sono mostrati molto interessati al punto da informarsi sull’eventuale compenso. “Ragazzi c’è da fare una lavorettino, se vi interessa eh (…) c’è da picchiare una donna…”, avrebbe detto Cordua, come riferisce Il Fatto Quotidiano nell’edizione online. “E che dobbiamo fare? Dobbiamo darle dei pugni?”. No, “la mandate in ospedale…o le buttate un po’ di acido sulla faccia”.
I tre conversano delle modalità choc con le quali agire: “Dev’essere sfregiata?”. “Bravo, solo la faccia però. Le butti l’acido addosso e te ne vai”. Un terzo interlocutore commenta: “L’acido sai cosa le fa? Che dagli occhi non vede più”. Cordua: “Bravo… e quello devi fare”. L’altro uomo: “Quello è già… come morte!”. Friyo rincara la dose: “L’hai rovinata! L’hai rovinata”. Il terzo uomo: “Eh, l’hai rovinata, eh, meglio sparare che rovinarle la vita”.
“SFREGIATE DONNA CON ACIDO”: IL PIANO, ARRESTI PER ‘NDRANGHETA
L’inchiesta contro la ‘Ndrangheta che ha portato a svariati arresti vede coinvolti membri di famiglie legate alla cosca Grande Aracri di Cutro con “enorme capacità di infiltrazione nei settori centrali della economia e della vita civile”, spiegano gli inquirenti. Per tutti gli indagati l’accusa è di associazione di tipo mafioso finalizzata all’attività di recupero credito di natura estorsiva e al trasferimento fraudolento di valori mediante l’attribuzione fittizia della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità. Secondo gli inquirenti il loro scopo era eludere la legge per ciò che concerne aspetti patrimoniali agevolando lavori di riciclaggio di denaro anche attraverso falsità ideologiche in atti pubblici commesse da pubblici ufficiali e privati. Oltre alle dieci misure, questa mattina sono state condotte anche 35 perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Modena, Ancona, Parma, Crotone, Milano, Prato, Pistoia e Latina per un totale di 29 indagati. La donna al centro dell’intercettazione choc era considerata un ostacolo per l’acquisizione di un patrimonio ma fortunatamente il piano è saltato grazi all’intervento della polizia che ha indotto i mandanti ad abbandonare l’obiettivo.