Recovery Plan, ci siamo: la redazione di News Mediaset ha ottenuto in anteprima una bozza del documento integrale del Piano di Ripresa e Resilienza che era stato approvato in Parlamento lo scorso 12 gennaio dal precedente esecutivo e che rappresenta uno dei cardini del neonato Governo guidato da Mario Draghi. Nella suddetta bozza di 487 pagine, attualmente solo in lingua inglese, sono confermate le sei “mission” con indicati anche i vari sotto obiettivi, tempistiche di realizzazione, costi e le varie tabelle dettagliate in attesa che per la deadline del 30 aprile venga ultimato e presentato a Bruxelles. E nella serie di progetti e investimenti del valore complessivo di 204,5 miliardi che l’Italia aveva ottenuto col Governo Conte un posto di rilievo lo hanno ovviamente le voci dedicate a turismo e cultura, comparti da sempre strategici per il Bel Paese ma da rilanciare dopo oltre un anno di pandemia e di chiusure.
Infatti, assieme alle linee guida relative alla digitalizzazione e alla tanto attesa “rivoluzione green” (che necessariamente devono rappresentare la parte più consistente del Recovery Plan che sarà presentato dal Governo Draghi), oltre che agli ambiti di intervento per giustizia, pubblica amministrazione, istruzione & ricerca e ovviamente salute, gli operatori del mondo del turismo sono in attesa di capire come si articolerà il Piano. E dalla bozza si possono desumere innanzitutto quali sono le principali guide lines per questo comparto e le “milestone” intermedie che il Governo intende raggiungere: vediamole di seguito partendo dalla sezione M1C3 e dal suo Summary Box che la introduce per il “Tourism and Culture”, a cui sono destinati 8 miliardi (cifra che conferma lo stanziamento previsto nella bozza Conte).
RECOVERY PLAN, LE LINEE GUIDA PER TURISMO E CULTURA
Dalla bozza in inglese del Recovery Plan si vede come alla Policy Area di Turismo e Cultura sono dedicate in totale 46 pagine di cui due sono dedicate agli Obiettivi, seguite poi dall’analisi di come questi si declineranno nelle riforme previste e degli investimenti relativi. Innanzitutto si ricorda come in Italia vi siano ben 55 siti inclusi nella lista dei Patrimoni tutelati dall’UNESCO, motivo per cui il settore turistico, come pure quello della cultura e della creatività, siano degli asset chiave per la nostra economia. Assieme assommano circa il 12% del prodotto interno lordo e generano, per quanto riguarda il turismo, fino al 15% dell’occupazione totale: nel Plan si rimarca pure come questo abbia delle importanti ricadute pure su altri ambiti quali quello della salute, dell’educazione, dell’inclusione e della rigenerazione urbana: inoltre l’incontro con i turisti stranieri offre l’opportunità di “apprezzare la ricchezza della diversità e la promozione dei rapporti interculturali, importanti in termini di sicurezza sociale”.
Tra gli obbiettivi elencati nel Summary Box si mette pure l’accento sul fatto che la cultura e un turismo improntati ancora di più alla sostenibilità favoriscono, a livello di ricadute ‘sociali’, una maggiore responsabilità dei comportamenti nei confronti dell’ambiente e la diffusione della tanto invocata economia circolare. A tal proposito vengono citate la “New Agenda for Culture” ed “European Framework for Action on Cultural Heritage”. Stesso discorso per siti turistici e culturali: ancora poca attenzione è posta oggi sulla loro sostenibilità in termini di investimenti mentre un altro aspetto da potenziare è il miglioramento della qualità della vita dei turisti e dei servizi a loro dedicati, supportando questa svolta con tecnologie digitali e transizione verde. Tre sono le finalità di quest’azione: aumentare l’attrattività dei siti strategici, con un focus sul patrimonio di Roma, aumentandone l’accessibilità fisica e digitale; incoraggiare un turismo sostenibile in aree rurali e periferie urbane, non tralasciando misure di sicurezza sismica e restauro dei luoghi di culto; infine, migliorare e riqualificare le competenze culturali e turistiche degli operatori del settore per uno step significativo in termini di qualità dell’offerta.
8 MLD EURO: RESILIENZA, TRANSIZIONE DIGITAL & GREEN, RILANCIO E…
Prima di passare a una rassegna a volo di uccello di tutti gli Obbiettivi strategici (che assieme alle tabelle sui costi degli investimenti rappresentano la parte più corposa della sezione M1C3 del Recovery Plan), è bene dedicare due parole su “Twin transition” e le ricadute occupazionali. Quanto alla prima fa riferimento all’opportunità di promuovere congiuntamente la transizione green e digitale attraverso una serie di investimenti sul “turismo slow”, efficientamento energetico dei siti turistici e culturali, riduzione delle emissioni di gas serra e promozione dell’economia circolare; in parallelo, puntare sulla digitalizzazione di operatori culturali, siti e itinerari. Sul fronte “Jobs and growth”, la bozza spiega che l’aumento del numero di occupati avverrà a livello locale e nazionale. Per quanto concerne la “social resilience” si ricorda che musei e siti culturali hanno perso 80 milioni di euro durante il primo lockdown e quindi, in un’ottica di convivenza con la pandemia e di resilienza, si punterà sulla sicurezza nell’accessibilità, inclusione e rigenerazione delle aree trascurate e ricadute in termini di benessere sociale per chi vive in zone lontane dalle principali direttrici turistiche.
Infine, analizzando Outcome (i risultati previsti) e aree di investimento si parla di fondi per 8000 milioni di euro coperti dal RRF (Recovery and Resilience Facility). L’Outcome 1 riguarda il Patrimonio Culturale per la Next Generation con investimenti strategici su siti culturali, edifici e aree naturali (1.1), la strategia digitale e le Piattaforme del Patrimonio Culturale (1.2), la rimozione delle barriere fisiche e cognitive (1.3), il progetto Caput Mundi per Roma (1.4) e l’upgrade dell’hub strategico di Cinecittà (1.5). L’Outcome 2 riguarda piccoli siti turistici, aree rurali e periferie con investimenti su: attrattività dei piccoli centri (2.1), protezione e sviluppo dell’architettura rurale (2.2), programmi per promuovere l’identità dei luoghi e la loro rigenerazione (2.3), sicurezza sismica dei luoghi di culto (2.4). In ultimo l’Outcome 3 concerne Turismo e Cultura 4.0 in quattro diversi ambiti: un Centro di Formazione Nazionale per operatori del settore (3.1), migliorare le competenze degli operatori nel gestire la transizione green/digitale (3.2), promozione di percorsi storici e “turismo slow” (3.3), rinnovo/digitalizzazione di strutture ricettive e servizi turistici (3.4).