Il vaccino AstraZeneca è divenuto un caso: dal dosaggio scoperto casualmente (ma poi adottato nella doppia dose canonica prevista dagli studi clinici) al ritiro di lotti e alla sospensione precauzionale in alcuni Paesi europei, passando per le difficoltà di approvvigionamento e le fasce d’età indicate per la somministrazione, modificate in corsa. Ricostruiamo passo dopo passo le peripezie di un vaccino dalle vicende poco fortunate, su cui sono in corso verifiche dopo i decessi e gli eventi avversi registratisi anche nel nostro Paese. Ema e Aifa chiariscono che per ora non c’è nesso di causalità fra questi eventi e la somministrazione del vaccino.
Che, lo ricordiamo, è stato il primo a essere sviluppato. Gli studi per il preparato di AstraZeneca, basato, a differenza di Pfizer e Moderna, su un adenovirus (un virus inattivato), iniziano infatti già nell’aprile 2020. Ne parliamo in questa intervista con il professor Guido Forni, immunologo e membro dell’Accademia dei Lincei.
Professore, le perplessità sul vaccino AstraZeneca sono giustificate? Cosa è successo?
Aspettiamo i nuovi dati, la realtà verrà fuori tra un po’ e per ora non possiamo conoscerla. Il grosso problema è capire cosa è successo, se è successo qualcosa di non ordinario o se questi fenomeni sono legati, ad esempio, a una malattia non diagnosticata, anche da Covid, che può portare facilmente a questo tipo di trombosi. Bisognerà capire la relazione causale: c’è una causa-effetto o no tra l’inoculazione del vaccino e l’episodio che si è verificato? C’è comunque qualcosa di cui forse non ci rendiamo abbastanza conto.
Cosa?
Noi umani moriamo facilmente. Quando vediamo una connessione con qualcosa che è effettivamente molto coinvolgente, come la vaccinazione, tendiamo a porre relazioni causa-effetto che spesso non esistono. Tutto questo è da verificare: da una parte c’è il sospetto, dall’altro c’è un eccesso di attenzione sulla correlazione fra il vaccino e l’evento che è successo.
L’attenzione è soprattutto sul vaccino di AstraZeneca. Colpa del suo iter tormentato?
Questo vaccino ha avuto una storia sfortunata. È partito molto bene con gli studi di fase 2 sulla risposta immunitaria. Sembrava un vaccino ideale, su cui l’Europa ha investito moltissimo, il Regno Unito ancora di più. Poi gli studi di fase 3 sono stati portati avanti malissimo, con un mucchio di errori ed elaborazioni discutibili, per cui è nato un grosso sospetto da parte di alcuni e una grossa enfasi invece da parte di altri, specialmente gli studi inglesi, come la rivista The Lancet, che ne ha particolarmente enfatizzato il ruolo.
Poi cos’è successo?
Ci sono stati gli episodi nel Nord Europa e in Italia che agitano ancora di più i sospetti su questo vaccino, sospetti che probabilmente non sono giustificati. Sarà da verificare quanto siano collegati o meno col siero. Non dimentichiamoci che in Norvegia sono morte persone anziane vaccinate col preparato Pfizer, erano morti sospette, poi si è visto che ahimè le persone anziane hanno vita fragile e possono morire, senza alcuna connessione causale con la vaccinazione.
Poi ci sono state le morti di persone giovani in Italia a cui era stato somministrato il vaccino AstraZeneca.
Esatto, e qui sarà da vedere cosa è successo: se è un lotto nato male o se sono persone che per altri motivi si sono ammalate, e che quindi sono morte senza relazione causale col vaccino.
È possibile che si farà un passo indietro sull’autorizzazione del vaccino AstraZeneca per gli over 65?
Non credo. Il vaccino è stato approvato con raccomandazione per gli under 55, poi esteso fino ai 65 e infine anche agli over 65. Gli studi iniziali includevano poche persone anziane, motivo per cui, per cautela, è stato raccomandato per gli under 55. Progressivamente gli studi fatti in Scozia e in Inghilterra hanno dimostrato che le persone anziane rispondevano molto bene. Di nuovo però questo cambiamento ha enfatizzato il sospetto sul vaccino, sospetto che era nato semplicemente da istinti cautelativi. Non si voleva estendere il vaccino alle persone anziane solo perché non c’erano prove che funzionasse, non perché ci fossero prove contrarie.
Un vaccino sfortunato?
È sfortunato per tutta una serie di errori e di imperfezioni che sono state fatte nello sviluppo di un vaccino che probabilmente è efficace ma che è ormai macchiato emotivamente dal sospetto.
I vaccini a Rna sono più sicuri per gli anziani e le categorie fragili?
Semplicemente si è visto che il vaccino a Rna è più efficace, eppure era un vaccino su cui nessuno, nemmeno gli immunologi, avrebbe scommesso. Con grande sorpresa di tutti, in primis di Pfizer e Moderna, si è verificato sul campo che questi vaccini sono probabilmente i più efficaci. O perlomeno in quel momento sono stati usati in studi clinici che hanno dato i risultati migliori.
Poi sono arrivate le varianti.
Il virus è mutato e le condizioni con cui sono stati valutati i vaccini sono cambiate, per cui l’AstraZeneca, valutato più tardivamente, ha dato risultati meno efficaci dei vaccini a mRna. È probabile che la tecnica di questi vaccini sia più efficace della tecnica in cui il Dna è invece veicolato dagli adenovirus. Tutto ciò è però una probabilità, gli studi sono stati fatti in tempi diversi ed è molto difficile confrontare i risultati ottenuti.
Il rischio non è insito nella tecnologia stessa del vaccino?
Potrebbe essere che una tecnologia sia meno efficace di un’altra ma non ne abbiamo dimostrazione. Entrambi i tipi di vaccino comunque proteggono il 100% delle persone dal morire o dall’avere un’infezione grave. Si preferisce dare quelli che apparentemente sono più efficaci alle persone più fragili sapendo che comunque tutti, ripeto, proteggono dal morire e dal ricovero in ospedale. Su 500mila persone in Inghilterra e su 5 milioni e 400mila persone in Scozia, entrambi i tipi di vaccini hanno dimostrato di proteggere in maniera estremamente efficace dal ricovero ospedaliero e dalla morte, e sono questi i due criteri più importanti per valutare l’efficacia di un vaccino.
Cosa potrebbe essere successo cin AstraZeneca?
Il problema è che questo vaccino viene prodotto in tanti posti differenti, potrebbe essere che siano stati fatti degli errori in uno di questi posti. In tal caso, bisognerà ricontrollare il lotto e verificare gli eventuali errori di produzione. Se invece verrà fuori che il vaccino è pericoloso sarà ritirato, chiaramente. Questo però sembra improbabile, in Gran Bretagna sono state vaccinate 10 milioni di persone con questo vaccino. È una possibilità che esiste, ma che oggi appare remota.
Il Johnson & Johnson si basa sulla stessa tecnologia?
Esattamente la stessa ma si basa su una sola inoculazione, non ha il problema del richiamo. Potrebbe essere che questa sola vaccinazione conferisca un’immunità più efficace e persistente. Ogni tanto i piccoli dettagli possono avere dei grandi significati biologici. Abbiamo solo dati sperimentali per ora, sarà tutto da verificare sul campo.
(Emanuela Giacca)
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