A differenza di quanto “allarmato” nei mesi scorsi, non ci sarà un reintegro dell’Imu sulla prima casa, ma cambierà e non poco la tassa sugli immobili: nella disegno di legge sulla rigenerazione urbana giunto in accordo nella Commissione Ambiente in Senato lo scorso 10 marzo, il Governo Draghi mira a cambiare l’Imu per ridurre il più possibile il numero degli immobili degradati e inutilizzati nelle città e allo stesso tempo penalizzare gli immobili sfitti posseduti. Secondo il focus del Corriere Economia, il progetto di legge prevede niente Imu e Tari sugli immobili oggetto di rigenerazione urbana.
Il testo mostrato dall’Ansa prevede incentivi durante il periodo dei lavori di riqualificazione «al fine di promuovere il riutilizzo del patrimonio immobiliare esistente e la sua maggiore efficienza, sicurezza e sostenibilità», ma stabilisce anche che i Comuni possano alzare le aliquote Imu «su unità immobiliari o edifici inutilizzati o incompiuti da oltre cinque anni». Stesso cosa potranno fare le Regioni con l’addizionale Irpef fino al massimo dello 0,2%: «Ai trasferimenti di immobili nei confronti dei soggetti che attuano interventi di rigenerazione urbana di iniziativa pubblica o di iniziativa privata, – si legge nel testo del Ddl – si applicano le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di euro 200 ciascuna».
COME CAMBIERÀ L’IMU (E LE CRITICHE)
I Comuni potranno deliberare su riduzioni fino al 50% della tassa sull’occupazione del suolo pubblico, con oneri di edificatori che saranno ridotti «del 10 per cento e il trasferimento degli immobili sarà sottoposto a imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 600 euro complessive (vale a dire l’importo di 200 euro per ogni tributo)», riporta il Corriere della Sera. Meno positive le novità in arrivo sulle aumentate aliquote Imu per i singoli immobili e sugli edifici che risultino inutilizzati o incompiuti da oltre 5 anni. Durissimo il commento in medito del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: «Il solo pensare ad aumenti di tassazione in una fase di crisi come quella che stiamo vivendo lascia senza parole. Ritenere, poi, che aggravare la già altissima imposizione sugli immobili sia la strada per promuoverne la riqualificazione, significa ignorare la realtà. Si tratta di previsioni inaccettabili, per nulla compensate da parziali e temporanee riduzioni d’imposta in caso di interventi».