La settimana appena trascorsa vede le principali borse azionarie concludere in territorio positivo così come i listini obbligazionari che arginano le precedenti sedute negative. Se le prime (rif. MSCI World Usd) archiviano la loro ottava con un risultato poco sotto i tre punti percentuali (+2,88%), l’opposta componente obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) tenta il suo primo recupero (su base settimanale) con un frazionale risultato pari a qualche decimale sopra la parità. Al pari di quest’ultimo la plusvalenza weekly messa a segno delle materie prime che – attraverso un modesto +0,17% – sembrano ormai prossime a una prima fase di fisiologico assestamento.
Senza tralasciare le risultanze riportate, l’attuale scenario finanziario può essere sintetizzato con l’andamento (in crescita) della curva dei rendimenti del decennale statunitense. Nel corso di quest’ultima tornata settimanale è stato registrato il nuovo massimo di periodo (quota 1,642%) ovvero in corrispondenza dei valori di febbraio dello scorso anno.
Inutile commentare la dinamica a correlazione negativa che caratterizza il corrispettivo titolo di Stato a dieci anni Usa: al nuovo massimo di rendimento – inevitabilmente – è stato aggiornato l’ennesimo minimo sul Treasury a quota 131,7188. Nell’arco dell’ultimo anno il sottostante in questione ha prima incrementato i propri prezzi, successivamente ha “lateralizzato” i corsi, per poi concludere con una vera e propria capitolazione (perentoria) nell’arco di poche settimane. Il caso americano non è il solo.
Estendendo l’osservazione ai futures sui decennali europei (rif. Btp, Bund e Gilt) si riscontrano significativi ritracciamenti (rispetto ai recenti massimi) tra i tre e gli oltre quattro punti percentuali. Il mercato obbligazionario, e il suo insieme, sta vivendo una classica inversione di tendenza che, come già visto da settimane a questa parte, non può che caratterizzare – in negativo – i portafogli che detengono posizioni in essere.
L’outlook sul mercato dei bond viene confermato come già indicato nello scorso intervento: quota 595,41 rappresenta la neutralità sul versante algoritmico, mentre un auspicato uptrend potremmo averlo solo con il superamento di area 600 punti (599,72).
I mercati azionari, come anticipato, hanno ripreso vigore nel corso dell’ottava che si è conclusa. Il ritorno oltre i 2.800 punti appare un’ottima premessa per un potenziale allungo all’insegna di nuovi record. Particolare attenzione qualora i prezzi dovessero ripiegare verso area 2.750 punti: su base daily, tale ipotesi coinciderebbe con la costruzione di una figura tecnica cosiddetta “testa e spalla (ribassista)” che – in caso di conferma – comprometterebbe l’intero scenario fino alla creazione di un trend negativo con target in prossimità di soglia 2.650 punti. Ovviamente stiamo anticipando i tempi mentre, al momento, si possono individuare i seguenti livelli di prezzo quali aree di price entry (in caso di loro rottura). Al rialzo: 2.819,24 punti con target oltre i massimi storici; al ribasso: 2.772,85 con primo obiettivo inferiore a 2.750 punti.
Passando alle commodities: pur essendo stati tra i primi sostenitori del “comparto materie prime”, alle attuali quotazioni, il principale benchmark rappresentativo (rif. CRB Index) ci sembra alquanto “in eccesso”: anche i leading indicators marcano abbondantemente il loro territorio in area di ipercomprato e un ripiegamento dei prezzi appare alquanto imminente. Quota 187,867 punti viene vista come obiettivo in questa attuale fase di mercato; qualora le quotazioni dovessero riportarsi già durante questa settimana, il quadro grafico e algoritmico, assumerebbe una miglior impostazione per un successivo setup operativo (da definire in base alle dinamiche concretizzate sul mercato).
Confermiamo il nostro giudizio positivo sull’oro in ottica di brevissimo periodo con take profit a 1.767,30 dollari. Sul paniere energy, particolare attenzione al gas naturale che, salvo rimbalzi (nel brevissimo periodo), sembra orientato a registrare nuovi minimi con potenziali downside ben oltre area 2,50. Per tutti coloro che si caratterizzano per una propensione elevata al rischio, l’heating oil potrebbe oltrepassare la soglia psicologica dei 200: take profit in caso di violazione con stop & reverse inferiore a 198,78.
Sul forex le correlazioni tra singoli cross non convincono al fine di poter definire una strategia operativa. Viene comunque suggerito il monitoraggio del rapporto Gbp/Usd: la violazione di area 1,3865 potrebbe favorire un’accelerazione ribassista con potenziali nuovi minimi inferiori a 1,3775.
Dall’ottava in corso ci aspettiamo elementi che possano far emergere scenari più chiari soprattutto sul fronte azionario: nuovi massimi con un successivo – forte – ripiegamento non sono da escludere. È solo questione di tempo.
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