Mirko Casadei, il figlio di Raoul, ospite in collegamento con il programma di Rai Uno, Oggi è un altro giorno: “E’ stato un abbraccio incredibile della gente – le parole di Casadei junior circa i numerosi messaggi degli ultimi giorni – gli amici, la gente comune, giovani, anziani, addetti ai lavori, giornalisti, cameraman, elettricisti, personaggi dello spettacolo, ci da la forza di andare avanti e di divulgare la nostra musica, il liscio: le canzoni di Raoul lo faranno rimanere vivo per sempre, questa è la grande eredità che ci lascia”. Serena Bortone chiede quindi come mai Mirko lo chiami Raoul e non papà: “L’ho sempre chiamato Raoul, ci chiamiamo per nome perchè abbiamo sempre messo insieme il lavoro e la famiglia, lui era Raoul”.
Sul ricovero: “Quando è arrivato nel reparto covid di Cesena una infermiera gli ha chiesto di cantare una canzone e lui ne ha cantate due/tre portando un po’ di allegria, facendo cantare tutti: come sempre ha voluto lasciare il suo segno”. Un Raoul Casadei sempre col sorriso: “Non si arrabbiava mai – ha aggiunto Mirko – mai visto litigare in casa con qualcuno; sul lavoro, essendo io e lui due leoni, qualche scontro l’avevamo ma alla fine della discussione ci trovavamo sempre d’accordi erano scontri costruttivi; lui lasciava sempre una sensazione di energia positiva, mai stato invidioso o rabbioso, si arrabbiava vedendo che la gente litigava”. Sui ricordi che si porta dentro: “Sono tanti, è un personaggio che hanno visto tutti bene, lo vedevano in spiaggia con le racchette da camminata, nonostante i suoi 83 anni sembrava un ragazzino. Era molto orgoglioso del suo orto, quando nasceva un pomodoro ce lo faceva vedere come se fosse nato un figlio. Lui era un entusiasta”. Sui funerali: “Non li faremo, faremo una grande festa bellissima, abbracciandoci, cantando, con balli, canti, del buon vino, ovviamente Sangiovese. Faremo prima una cosa privata e lui voleva ritornare nel suo mare che vedeva tutto il giorno e che gli ha ispirato tutte le canzoni, è giusto che torni lì dove è nato”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RAOUL CASADEI MORTO DI COVID, FIGLIO MIRKO “VACCINO? POLEMICA NON DI BUON GUSTO”
Mirko, figlio del grandissimo Raoul Casadei è stato ospite in collegamento stamane anche del programma di Rai Uno, Storie Italiane. Dopo l’intervento di ieri sera a Live Non è la D’Urso, oggi ha parlato anche con Eleonora Daniele: “Abbiamo avuto un abbraccio incredibile da parte della gente comune – le sue parole – di tantissime persone che hanno testimoniato di essersi incontrato con la nostra musica, di aver ballato, messaggi da tutto il mondo, non solo dall’Italia, ci fa capire quanto Raoul ha lasciato il segno e quanto continuerà a vivere con le sue canzoni”. Quindi Mirko ha spiegato quando il padre si è infettato: “Ci siamo accorti di essere positivi tutti nel recinto Casadei, 13 persone, l’unico negativo ero io, gli altri l’han preso tutti, chiaramente preoccupazione grande per Raoul e Pina mia mamma, avendo una certa età. Alcuni dicono che sia poco più di un’influenza ma solo se ti va bene, perchè se ti va male è un virus molto cattivo”.
RAOUL CASADEI, IL FIGLIO MIRKO: “STAVA BENE PRIMA DI ANDARE IN OSPEDALE”
Raoul Casadei stava bene prima di andare in ospedale: “Era un 80enne che dimostrava 50 anni, non aveva patologie, aveva appena fatto gli esami che erano perfetti. Lui è stato ricoverato per precauzione, non aveva nemmeno la polmonite, quando è arrivato al reparto covid di Cesena ha cantato, facendo cantare tutto il reparto, è stato molto emozionante; ci vedevamo tramite il tablet, sembrava in piena forma, sempre con il sorriso, diceva che fra poco sarebbe tornato. Poi improvvisamente la situazione si è aggravata, una polmonite molto forte, e in pochissimi giorni non respirava più e ci ha lasciati così, con un colpo di scena: non ce l’aspettavamo, abbiamo capito quanto questo virus sia veramente cattivo”. Sulla polemica circa una mancata vaccinazione: “Toccava a lui fra pochissimo ma non è arrivato in tempo, il giornale fa una polemica un po’ strumentale, io credo che nella vita ci siano delle fatalità che arrivano al di là di tutto, andare a cercare una responsabilità mi sembra non di buon gusto. Raoul comunque lo aspettava, ci credeva al vaccino e non vedeva l’ora di farlo, non mi sento di fare una polemica su un discorso del genere”. In collegamento anche Pupo: “Tutti dobbiamo qualcosa a Casadei, hanno creato un indotto economico e culturale, pazzesco. La famiglia Casadei è stata portatrice di lavoro, è straordinario”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)