L’allungamento del calendario scolastico fino a luglio era stato uno dei primi “punti programmatici” che il Premier Mario Draghi aveva fatto emergere nei suoi primi giorni a Palazzo Chigi: proprio da quell’impulso, il neo Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha convocato nei giorni scorsi i sindacati di categoria e le associazioni, oltre all’Associazione Nazionale Presidi, ma i risultati sono stati tutt’altro che soddisfacenti per il nuovo Presidente del Consiglio.
Secondo quanto riportato oggi dal Giornale, la volontà di recuperare l’enorme deficit di apprendimento degli studenti dopo praticamente un anno di Dad (l’Italia è il Paese europeo che ha chiuso per più giorni la scuola in presenza, ndr) non avverrà tramite l’allungamento del calendario scolastico: gli insegnanti e i sindacati della scuola sarebbero ancora irremovibili nella difesa dei due mesi di vacanze estive. Restano però i dati preoccupanti sulla prolungata assenza delle lezioni in presenza: si stima dal 35% al 50% la capacità persa dagli studenti tanto in matematica quanto in italiano, per non parlare delle gravi conseguenze sociali e psicologiche per il “confinamento” in Dad della gran parte degli studenti italiani. Dopo domani il titolare del Miur avrà un secondo round con i sindacati per definire un progetto decisamente più “modesto” che potrebbe portare ad un “Patto per l’Istruzione e la Formazione”, secondo quanto anticipato ancora dal Giornale.
NO LEZIONI A LUGLIO: COSA SUCCEDE ORA
Una settimana fa, dopo il primo ciclo di incontri con i sindacati, il Ministro Bianchi spiegava così la sua idea sul calendario scolastico rispetto alle iniziali direttive di Palazzo Chigi: «Gli studenti hanno perso in socialità, quindi bisognerà fare dei percorsi di orientamento e sostegno della singola persona. Ma non significa stare seduti tutti al banco fino al 30 giugno. Si tratta di fare percorsi individuali. C’è tutto il tempo di verificare quali sono i contenuti che i nostri ragazzi hanno perduto. Abbiamo già lanciato le prove Invalsi, che sono andate benissimo. Solo ieri sono state fatte 17mila valutazioni. Abbiamo il polso della situazione generale, ma la valutazione spetta agli insegnanti, che sono già al lavoro su questo».
Niente lezioni in estate, semmai un anticipo sull’inizio scolastico di settembre: a questa ipotesi lavorano sindacati e Miur, con il leader della Cgil Maurizio Landini che in un incontro online con alcuni studenti l’11 marzo scorso rispondeva «per darci un obiettivo realizzabile bisogna discutere guardando a settembre perché noi dal primo di settembre non possiamo trovarci nella stessa situazione, per poi scoprire che non sono stati organizzati i trasporti e la scuola». Al momento ci si avvia verso una decisione sì collegiale e nazionale tra Miur e sindacati ma comunque su base “volontaria”: le modalità di recupero delle tante ore di lezione perse avverrà ma su base volontaria dei singoli insegnanti, tutto il contrario di quel calendario “rinforzato” nei piani del Premier Draghi.