Uno dei più grandi farmacologi a livello mondiale, Silvio Garattini, direttore nonché fondatore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano, lancia il guanto di sfida: “Il vaccino Astrazeneca? Sarebbe importantissimo se le autorità, come il ministro Roberto Speranza, il premier Draghi o il presidente dell’AIFA si vaccinassero con Astrazeneca, sarebbe un gesto convincente per la popolazione”.
Parole rilasciate ai microfoni del programma di Rai Radio 1 “Un giorno da pecora”, e che giungono in commento al vero e proprio caos che si è creato negli ultimi giorni dopo alcuni casi di morte sospette a seguito della vaccinazione con il siero anglo-svedese. Nonostante al momento non vi sia alcuna certezza sulla pericolosità del vaccino AstraZeneca, l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ha voluto bloccare in via temporanea la somministrazione dello stesso siero, e domani darà con grande probabilità il nuovo via libera dopo aver esaminato gli ultimi dati.
GARATTINI: “PRODUZIONE VACCINI? ITALIA INDIETRO”
Vaccino AstraZeneca a parte, è chiaro che sarebbe stato meglio se l’Italia il vaccino se lo fosse prodotto in casa: “Ad aprile (2020 ndr) abbiamo lanciato un appello per far produrre in Italia i vaccini. E’ stato assurdo pensare di poter aver tutti i vaccini dall’esterno, se avessimo cominciato quando sono partiti gli altri alla fine dell’anno avremo avuto pronte le nostre strutture”. Sulle cure ‘alternative’ ai vaccini: “Ci sono tante ricerche e tanti studi in corso, con alcuni che sembrano esser a buon punto: anticorpi monoclonali, farmaci antivirali. In quanto tempo potrebbe esser pronti? Credo sia questione di mesi, penso che dovremmo avere qualche buona notizia prima dell’estate”. Garattini, parlando con Cusano Italia Tv, aveva anche aggiunto, in merito alla campagna vaccinale che prosegue troppo a rilento: «Noi abbiamo bisogno di accelerare l’acquisto di vaccini perché ne abbiamo troppo pochi. Abbiamo sbagliato completamente tutto, abbiamo ordinato Pfizer e Moderna a novembre, quando già a maggio gli Usa e la Gran Bretagna, così come Israele, avevano già ordinato».