Embrioni di topo sviluppati all’interno di un utero artificiale. Si tratta della prima volta che ciò accade come riferiscono gli scienziati del Weizmann Institute of Science in Israele e reso noto oggi dal New York Times. Tutto sembra procedere come previsto: gli embrioni di topo crescono regolarmente, così come i loro organi, gli arti ed il sistema circolatorio e nervoso. L’unico “dettaglio” è che ciò non avviene nel grembo della propria madre ma in un utero artificiale. Lo studio nasce essenzialmente per aiutare gli scienziati a capire come si sviluppano i mammiferi e come eventuali mutazioni genetiche o ambientali possano influenzare il feto. Eppure, quanto scoperto apre la strada ad una serie di domande sul fatto che in futuro anche gli esseri umani potrebbero essere creati in un grembo non vivente.
Lo studio è stato accolto sulla rivista Nature ed il dottor Jacob Hanna ha spiegato come è avvenuta la rimozione degli embrioni dagli uteri dei topi a 5 giorni di gestazione e la loro crescita per altri sei giorni in un utero artificiale. Nel caso dei topi la gestazione completa è di circa 20 giorni ed in questa fase dello sviluppo un essere umano sarebbe chiamato feto. Ad oggi sono oltre 1000 gli embrioni coltivati in questo modo.
EMBRIONI DI TOPO CRESCIUTI IN UTERO ARTIFICIALE: LO STUDIO
Diversi biologi hanno definito l’esito dello studio “una pietra miliare importante” sottolineando l’importanza dei risultati ottenuti. Ci sono voluti sette anni per realizzare un utero artificiale, ovvero un sistema in due parti in grado di includere incubatori, nutrienti e un sistema di ventilazione. Gli embrioni di topi sono collocati in fiale di vetro all’interno degli incubatori, dove galleggiano in uno speciale fluido nutritivo. Ogni fiala è attaccata a una ruota che gira lentamente al fine di tenere in vita gli embrioni. Gli incubatori sono collegati a una macchina di ventilazione che fornisce ossigeno e anidride carbonica agli embrioni. All’11esimo giorno di sviluppo, che coincide con la metà della gravidanza, gli scienziati hanno esaminato gli embrioni di laboratorio ritenendoli identici a quelli sviluppati negli uteri dei topi viventi. Tuttavia, quelli sviluppati artificialmente avevano bisogno, a quel punto, dell’apporto di sangue per sopravvivere. E proprio questo “ostacolo” rappresenta il prossimo obiettivo. Tuttavia, come ha spiegato il dottor Hanna, la capacità di mantenere in vita gli embrioni e svilupparsi a metà gravidanza “è una miniera d’oro per noi”.
La realizzazione di un utero artificiale può aiutare gli scienziati a saperne di più sul perché le gravidanze possono sfociare in aborti spontanei e in che modo le mutazioni possono influenzare la crescita del feto. Lo studio è stato definito da Magdalena Zernicka-Goetz, docente di biologia e ingegneria biologica al Caltech “una svolta” in quanto “Apre le porte a una nuova era di studio dello sviluppo nel modello sperimentale del topo”. Lo studio ha aperto la strada ad altre ricerche basate sulla creazione di embrioni umani precoci secondo lo stesso modello applicato ai topi. Tuttavia gli studiosi si astengono al momento dallo studio di embrioni umani oltre i 14 giorni di fecondazione. Ma in futuro, ha commentato il dottor Tesar, “non è irragionevole che potremmo avere la capacità di sviluppare un embrione umano dalla fecondazione alla nascita completamente al di fuori dell’utero”. Uno scenario che potrebbe aprire ad una vera e propria guerra di natura etica.