Una madre ha avvelenato il figlio iniettandogli tramite la flebo delle feci nel sangue, ed ora rischia fino a 30 anni di carcere. Una vicenda assurda che ci giunge da Sydney, città fra le più famose dell’Australia, dove una donna ha fatto si che il figlio di nove anni rimanesse ricoverato in ospedale attuando uno stratagemma agghiacciante, per un motivo fino ad oggi oscuro. Una storia che è accaduta nel 2014 (ora la vittima ha 16 anni), ma che è emersa solo in queste ore in concomitanza con l’inizio del processo, è che si è verificata presso il Westmead Children’s Hospital, specializzato appunto in casi di cura pediatrica.
La prima udienza si è tenuta questa settimana e stando alla versione degli inquirenti il ragazzino era stato ricoverato per una febbre molto violenta, ma nonostante le cure dei medici il quadro clinico continuava a peggiorare. Il personale sanitario non riusciva però a comprendere il perchè, e dopo attente analisi era stato scoperto nel sangue un batterio che si trova solamente nelle feci umane.
FECI NEL SANGUE DEL FIGLIO: LA MAMMA SI DICE INNOCENTE
A quel punto sono scattati i sospetti nei confronti della mamma, e il personale sanitario ha di conseguenza avvisato le forze dell’ordine che hanno deciso di sorvegliare di nascosto la stanza dove era ricoverato il bimbo. Proprio così è stata scoperta la madre, che ogni sera, pensando di non essere scoperta, manometteva la flebo inserendo al suo interno delle feci umane. A causa di questo diabolico stratagemma il quadro del bimbo continuava a peggiorare, ma una volta scoperta i medici hanno potuto intervenire concretamente salvando il piccolo. Gli avvocati della donna si sono difesi parlando di incidente, senza fornire ulteriori spiegazioni, mentre la donna ha rimandato ogni accusa al mittente: in caso di condanna rischia fino a 30 anni di carcere. La madre è accusata di diversi reati aggravati dalla minore età della vittima e dallo stretto rapporto di parentela.