“Non sembrerebbe ma anche Nino era un grande timido ed ha curato questa timidezza studiando recitazione”, ha spiegato il figlio Luca Manfredi, oggi in collegamento a Domenica In, “ma la timidezza è solo sintomo di grande sensibilità che appartiene ai grandi artisti”. “E’ un papà che da ragazzino ho cercato molto perchè era sempre occupato sul set”, ha aggiunto. “Me lo sono goduto di più da grande con la collaborazione professionale”, ha aggiunto il regista.
Il libro scritto è stato “per chiudere un cerchio rimasto aperto tra me e lui, è stato una sorta di seduta psicanalitica per riconciliarmi con lui ma è stato anche un ricordo affettuoso delle cose belle vissute insieme”, ha aggiunto parlando del libro scritto in onore del padre. (Agg. Emanuela Longo)
Luca Manfredi, figlio del grande Nino
Luca Manfredi è il figlio di Nino Manfredi, il grandissimo attore e comico romano che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni e per l’occasione viene celebrato con il film tv “In arte Nino”. Il regista e sceneggiatore italiano proprio in occasione dei 100 dell’amato padre ha pubblicato un libro speciale in cui ha raccontato i mille volti di un’artista senza tempo. Intervistato da La Verità, Luca parlando del padre Nino ha dichiarato: “ritengo che mio padre sia un po’ il più americano della sua generazione, quello che forse più di tutti spariva dietro la pelle dei personaggi che interpretava. Nino diventava il portantino di C’eravamo tanto amati, il cameriere di Pane e cioccolata…”. Parlando proprio del padre e di come entrava nei personaggi dei suoi film ha aggiunto: “metteva nei personaggi la sua esperienza. Il cameriere di Pane e cioccolata è un retaggio delle sue origini. Noi veniamo da una famiglia di emigranti: suo nonno è stato 32 anni in America sotto terra a scavare il carbone. Nino aveva proprio il dna dell’emigrante, quindi ha trasferito nei personaggi tutte le sue esperienze, anche molto dolorose, dell’infanzia, la fame, la povertà, la malattia in sanatorio”.
Luca Manfredi: “papà Nino ha dedicato la sua vita al lavoro”
In occasione dei 100 anni di Nino Manfredi tanti sono stati gli omaggi come il documentario “Uno, nessuno, cento Nino” che Luca Manfredi ha descritto così: “racconta la poliedrica personalità di mio padre, una personalità molto complessa e difficile da decifrare. Nino era uno e centomila, sicuramente non nessuno. Mia madre mi ha detto: “Io mi sono molto aiutata, in 50 anni di vita insieme, con i suoi personaggi per conoscerlo”. Infine parlando di Nino Manfredi come padre ha detto: “ha dedicato la sua vita al lavoro. Sono un suo grandissimo fan come artista, non posso esserlo altrettanto come figlio: è un padre che mi è mancato tantissimo. Quando lui partì per la tournée di Rug a n tino nell’America del Nord e del Sud, i miei genitori mi lasciarono sei mesi dai miei zii in Sicilia. Avevo cinque anni. Credo di aver passato il periodo più bello della mia vita. Mio zio Alfio, antiquario a Taormina, mi portava sempre con sé: a fare colazione, al suo negozio, a fare il bagno a Mazzarò… nessun uomo aveva dedicato così tanto tempo a me. Quando mio padre è tornato dall’America, non volevo più tornare a Roma”.