Pur la popolazione rinchiusa e molti attori economici in ansia, già si intravede uno scenario di ripresa a maggio-giugno nell’Ue e in Italia. La Commissione sta cercando di riparare all’errore di non aver voluto spendere a sufficienza per prenotare i vaccini, causa di almeno tre mesi di ritardo, accelerando la creazione di un passaporto di immunità che permetta il ripristino dei flussi di persone a giugno anche se la vaccinazione di massa sarà solo al 50% circa in quel periodo. Ma se la proposta fosse approvata – e il sistema operativo costruito – l’Italia non perderebbe la stagione estiva riducendo la perdita del settore più colpito che è il turismo e il suo indotto e che vale più del 13% del Pil: potrebbe recuperare almeno l’80% di tale valore, salvando per via di mercato e non di assistenza i settori coinvolti.
Però tale stima dipende dalla velocità con cui la popolazione europea e italiana riprenderà i comportamenti normali dopo più di un anno di blocchi e risparmi precauzionali. Ciò implica una previsione sulla fiducia. Che include quella delle imprese: tecnicamente, già adesso lo scenario giustifica una ripresa degli investimenti. Ma i dati correnti non la mostrano ancora vigorosa. Pertanto c’è il rischio che l’incertezza rallenti la ripresa.
Ce ne sono i motivi. L’Ue terrà sospese le regole di bilancio e gli aiuti di Stato fino al 2022, ma il fabbisogno di extradeficit potrebbe durare di più. La Bce è rassicurante, ma si nota la tendenza a sospendere l’acquisto dei debiti, che permette agli Stati di farne di più, appena le condizioni migliorano. Quindi manca la certezza che Ue e Bce siano più flessibili per dare già ora piena fiducia al mercato. Ma chi scrive osserva che il Governo sta muovendosi per ottenere più forza nei futuri negoziati sulle regole europee.
Lo scenario appare positivo anche perché l’Italia ha importato la reputazione di Draghi che il suo complesso politico ha perso da decenni.
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