Apparteneva ad un legionario della cavalleria romana il frammento di un papiro scoperto nella terra desertica di Masada, antica fortezza situata vicino al Mar Morto. Un pezzo di carta abbandonato, come scrive Agi.it, che rappresentava una sorta di ricevuta fiscale dell’epoca. Dopo un’attesa analisi è stato infatti appurato come quel foglio di “carta” contenesse le cifre della ricompensa per il servizio reso a Roma in occasione di uno dei massacri più famosi della storia.
A Masada, infatti, si erano rintanati gli irriducibili della prima guerra giudaica, e bisognava quindi fare pulizia delle ultime sacche di resistenza. Un assedio che durò mesi anche perchè la roccaforte di Masada era difficile da raggiungere, accessibile solo tramite la cosiddetta via del serpente, un sentiero stretto e pericoloso. Venne fatta intervenire quindi la terribile Legione X Fretensis, che si era già distinta in passato nell’assedio a Gerusalemme e che aveva mostrato particolare crudeltà anche verso donne e bambini. E proprio di questo gruppo faceva parte Gaio Messio, l’uomo il cui nome era scritto sulla ricevuta.
RICEVUTA LEGIONARIO MASADA: I DETTAGLI SCRITTI SUL FOGLIO RITROVATO
A trovarlo e a tradurlo è stata l’archeologia Joanne Ball assieme ad un gruppo di colleghi britannici, che ha esaminato il terreno proprio nei pressi della zona dove gli assedianti romani avevano posto il loro accampamento. Gaio Messio ricevette nel dettaglio una “indennità di 50 denari, con cui ho pagato l’orzo: 16 denari; spese per alimenti: 20 denari; stivali: 5 denari; cinturini in pelle: 2 denari; tunica in lino: 7 denari”. Si perchè il legionario si era dovuto pagare di fatto l’accampamento, di conseguenza anche il mantenimento suo, del cavallo e delle armi, per un conto pari a zero. In poche parole, Gaio Messio non fu pagato nulla per un massacro. Proprio per questo la ricevuta sarebbe stata rinvenuta, visto che il legionario l’avrà probabilmente gettata per terra come un gesto di stizza, colto da rabbia, forse dopo averlo stracciato. Quel foglio è rimasto lì per venti secoli.