La direttrice dell’Ema (Agenzia Europea del Farmaco) Emer Cook ha spiegato in videoconferenza con il Parlamento Europeo – per il consueto punto della situazione sui vaccini europei – «stiamo valutando con grande attenzione l’efficacia e la sicurezza di Sputnik, come per gli altri, ma possiamo valutare solo sulla base dei dati ricevuti. Se ci servono dati aggiuntivi, e crediamo che servano, dobbiamo aspettare che i dati vengano inviati dall’azienda. E qui in genere c’è la strozzatura che porta ai ritardi».
Il giorno dopo lo scontro fortissimo a distanza tra il Commissario Ue Thierry Breton e il Presidente della Russia Vladimir Putin proprio sulla reale necessità dell’Europa di aggiungere lo Sputnik V alla lista dei vaccini anti-Covid da utilizzare: «chiediamo all’azienda produttrice di fornirci le informazioni aggiuntive il più celermente possibile», aggiunge la direttrice generale dell’Ema. Non entrando nello specifico della polemica, Cook conclude «Con Sputnik siamo impegnati ad applicare gli stessi standard di controllo come per tutti gli altri».
LO SCONTRO UE-RUSSIA SUL VACCINO
Secondo il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, intervenendo a Omnibus su La7 stamattina, «la Russia non ha consentito all’EMA di ispezionare i suoi laboratori e per questo l’EMA non può dare la propria autorizzazione. Siamo di fronte ad un tentativo della Russia a spingere l’Europa per violare le proprie stesse regole». Dopo le richieste dell’Europa, da Mosca l’agenza di stampa Tass riporta la notizia che il prossimo 10 aprile arriveranno in Russia il team di esperti dell’Ema per controllare i test del vaccino: ad annunciarlo il Ministro della Salute Mikhail Murashko, a sole 24 ore dalla polemica risposta del Presidente Putin alle parole di Breton («l’Europa non ha bisogno del vaccino Sputnik, fanno fatica a produrlo in grandi quantità»).
Per il Capo del Cremlino quelle dichiarazioni del Commissario Ue per il mercato interno sono «molto strane. Non costringiamo nessuno a fare nulla – ha affermato Putin in un’intervista alla TF1- ma ci interroghiamo sugli interessi difesi da queste persone, quelli delle case farmaceutiche o quelli dei cittadini europei?». Il tutto mentre in Italia, allo Spallanzani di Roma, è tutto pronto per l’inizio della sperimentazione in stretta collaborazione con l’istituto Gamaleya National Research Center for Epidemiology and Microbiology di Mosca: «Non conta insomma dove un vaccino o un altro medicinale viene prodotto, ma che questo possa risultare sicuro ed efficace per coloro ai quali viene somministrato», ha commentato alla stampa il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia, confermando di fatto la linea già adottata dal Premier Draghi (in aperta “sfida” all’Europa, ndr) sulla necessità di prendere decisioni rapide per garantire il bene dei cittadini, al di là delle “norme” e degli “accordi” preliminari avvenuti in Ue.