I parlamentari del Partito Repubblicano in più di 25 stati USA hanno presentato decine di disegni di legge per vietare ai bambini e ai ragazzi transgender di fare parte di alcune squadre sportive, limitando anche il loro accesso all’assistenza sanitaria. Sembra essere questo uno degli ultimi argomenti identitari del Gop targato Donald Trump. Al netto della sconfitta dell’ex presidente alle ultime presidenziali, il Partito Repubblicano, e soprattutto la sua base, sono pressoché totalmente sintonizzati sulle frequenze del trumpismo.
Assumere una linea conservatrice su un tema così divisivo nella società americana, è il ragionamento degli strateghi repubblicani, promette di pagare dei dividendi politici di gran lunga superiori alla reale dimensione della questione. Basti dire che i ragazzi trans rappresentano solo una minima parte della popolazione statunitense: stime recenti suggeriscono che costituiscono dallo 0,7% al 2% dei giovani. Ma i parlamentari conservatori hanno comunque deciso di dedicare al tema una grande attenzione, come si evince dagli oltre 80 disegni di legge depositati nei primi tre mesi del 2021, il più alto numero di proposte legislative anti-trans presentate in un solo anno.
“Sport e assistenza sanitaria vietata ai bambini trans”: l’ultima proposta del Gop di Trump
Il volume delle proposte di legge, diffuse ormai a macchia d’olio in tutto il Paese, e le campagne coordinate dietro alcune di esse, come sottolineato dal “Guardian“, suggeriscono che la vita dei ragazzi trans è diventata un punto centrale della guerra culturale del GOP dopo le elezioni presidenziali del 2020. Le proposte di legge sullo sport cercano di vietare ai ragazzi trans di competere in squadre che corrispondono alla propria identità di genere. Le proposte di legge sull’assistenza sanitaria bloccano il loro accesso ai trattamenti medici e, in alcuni casi, criminalizzano i medici e i genitori che li sostengono. La senatrice democratica dell’Arkansas, Joyce Elliott, una donna di colore, ha detto di aver avuto una sensazione di déjà-vu, ricordando quando le fu impedito di giocare nella squadra di basket della scuola con studenti bianchi quando aveva 15 anni, nel 1966. Un allenatore le disse: “Non abbiamo un’uniforme che ti vada bene“. Altri, invece, ricollegano questa battaglia a quella per impedire ai trans di frequentare i bagni corrispondenti alla propria identità di genere. Kasey Suffredini, un sostenitore che ha guidato una campagna per sconfiggere un’iniziativa elettorale anti-trans in Massachusetts nel 2018, ha detto che gli organizzatori dietro le misure non erano effettivamente preoccupati per la sicurezza delle donne nei bagni: “Semplicemente non vogliono che le persone LGBTQ escano nella vita quotidiana“.
I rischi di una campagna d’odio
Sono tante le associazioni che in queste settimane stanno denunciando la tattica del Partito Repubblicano Usa, tesa a suggerire ai genitori dei bambini e dei ragazzi a proprio agio con il proprio genere biologico che la presenza in squadra di un ragazzo trans possa penalizzare il proprio figlio. Alphonso David, presidente della Human Rights Campaign (HRC), un gruppo per i diritti LGBTQ+, ha commentato “Abbiamo già visto questo manuale – stai perdendo qualcosa se permetti alle coppie dello stesso sesso di sposarsi, se proteggi le minoranze razziali sul posto di lavoro (…) Siamo al noi contro loro“. Al momento il divieto sportivo è diventato legge in Mississippi e molti altri disegni hanno superato gli ostacoli principali o sono in attesa di approvazione finale. In ogni caso molti esperti lanciano l’allarme sull’impatto di un messaggio di questo tipo: per i ragazzi trans presi di mira da queste leggi, le conseguenze potrebbero essere dannose per il loro benessere e in alcuni casi mortali. I giovani trans già tentano il suicidio a un tasso più di tre volte maggiore dei loro coetanei cisgender. I risultati di una campagna di discriminazione del genere potrebbero essere ben più pesanti di qualsiasi tornaconto politico.