L’8 aprile la chiesa cattolica festeggia Santa Giulia Billiart la cui beatificazione è stata voluta da papa Paolo VI il 22 giugno del 1969. È venerata soprattutto perché è stata la fondatrice della congregazione religiosa delle Suore di Nostra Signora di Namur. Attualmente la sua figura è onorata dalle suore di Nostra Signora di Namur ma anche dalle congregazioni delle città di Coesfeld e di Amersfoort. Gli altri Santi e Beati che condividono con santa Giulia Billiart la ricorrenza dell’8 aprile sono Sant’Agabo, San Dionigi, Beata Libania, San Timoteo e il Beato Agostino.
Santa Giulia Billiart, la vita
Santa Giulia Billiart nasce il 12 luglio del 1751 a Cuvilly da una famiglia di commercianti che hanno una certa disponibilità economica. Inizia a studiare a scuola ma la sua famiglia conosce un tremendo tracollo finanziario per cui è costretta ad interrompere gli studi, nei quali era promettente, e a lavorare per aiutare la famiglia, venendo scelta soprattutto per occupazioni di tipo manuale. A 22 anni, però, per un’improvvisa e sconosciuta malattia diventa paralitica e perde l’uso delle gambe. Il parroco che la segue, così, le consiglia di dedicarsi alla canonizzazione dei bambini e alla loro educazione. Giulia si impegna molto in questo ambito ma qualche anno dopo è costretta ad interrompere la sua attività perché viene accusata dai rivoluzionari di dare asilo ai preti. Si trasferisce, così, ad Amiens, dove conosce Joseph Varin che la spinge a dedicarsi alla realizzazione di una sua congregazione.
Inizia così ad impegnarsi anche in questa attività ma i primi tentativi sono piuttosto fallimentari. Nel 1804, però riesce a prendere i voti, giura castità e inizia a dare avvio alla sua opera di creazione di scuole dedicate soprattutto ai bambini meno fortunati, quelli poveri che non potevano imparare neanche a leggere e a scrivere. Proprio in occasione del pronunciamento dei suoi voti, avviene un miracolo e Giulia inizia di nuovo a poter muovere le gambe. Grazie al suo impegno e soprattutto alle donazioni spontanee dei benestanti della città, Giulia riesce a trovare i soldi necessari per dare impulso alla sua attività. Fino al 1806 la sua congregazione riesce ad aprire ben 18 scuole non solo ad Amiens ma anche nei paesi circostanti. Il benvolere con il quale i cittadini, soprattutto quelli più poveri, accolgono Giulia e le sue consorelle, le attira diverse antipatie tanto che nel 1809 il vescovo della città decide di allontanare lei e tutte le sue collaboratrici da Amiens. Le donne si rifugiano quindi a Namur, poco distante, e qui ricevono la protezione di Charles-François-Joseph Pisani de La Gaude, il vescovo locale. Fino al 1816, però, Giulia girerà moltissimo su tutto il territorio francese e in Belgio per riuscire a fondare un numero elevato di scuole che potessero accogliere gli studenti volenterosi che non potevano pagare gli studi. Muore nello stesso 1816, non senza prima aver raccomandato alle sue consorelle di continuare la sua opera anche dopo la morte.