Sono più di 8.5 milioni, per l’esattezza 8.506.277, le dosi somministrate in Italia. Lo si evince dall’ultimo bollettino vaccini covid, aggiornato dal sito ufficiale del governo alle ore 6:01 di oggi, giovedì 25 marzo. Prosegue quindi la campagna vaccinale in Italia, e ad oggi sono 2.7 milioni gli immunizzati, coloro che hanno già ricevuto sia la prima quanto la seconda dose. In totale sono giunti nel bel Belpaese 9.911.100 dosi di cui 6.6 milioni di Pfizer/BioNTech, 2.4 milioni di AstraZeneca, e i restanti 826mila di Moderna.
Sono 5.1 milioni le donne già sottoposte al vaccino, mentre gli uomini sono 3.3 milioni; salgono invece a quota 2.9 milioni gli Operatori Sanitari e Sociosanitari vaccinati, seguiti a ruota dai 2.6 milioni di over 80, numero che sta continuando a crescere giornalmente in maniera importante. Bene il personale scolastico a quota 847mila dosi inoculate, mentre le forze armate al momento vaccinate sono 212mila.
BOLLETTINO VACCINI COVID OGGI 25 MARZO, DRAGHI STRIGLIA REGIONI E UE
Intanto nella giornata di ieri il premier Draghi ha strigliato alcune regioni in quanto a campagna vaccinale, invitandole a rispettare le direttive nazionali e a seguire un modello unico. Nell’Aula di Palazzo Madama il presidente del consiglio si è lasciato andare ad uno sfogo: “Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Le Regioni – ha aggiunto, ribadendo il concetto – seguano le priorità indicate dal governo, serve unità”. In merito agli approvvigionamenti dell’Ue, Draghi ha specificato: “Sicuramente ci sono stati degli errori, ma ora le cose vanno meglio. Il commissario preposto è bravissimo e i risultati si stanno vedendo. Occorre guardare al futuro. Il coordinamento in Europa va sempre cercato, ci si muove all’unisono, ma se non funziona in questi momenti dove il tempo è prezioso, occorre anche trovare del risposte da soli. Sul rispetto dei contratti l’Italia è stata la prima”.