Dopo aver annunciato il piano per vaccinare 200 milioni di americani nei primi 100 giorni della sua Presidenza, Joe Biden ora teme un’ondata di consensi all’inverso per quanto sta per accadere a livello economico: «Il presidente Usa è pronto a varare il più grande aumento delle tasse federali dal 1942», a scriverlo è il New York Times in prima pagina da fonti dirette del Governo Dem.
Il nuovo “shock fiscale (al contrario) dovrebbe sovvenzionare una serie di pacchetti di spesa pubblica che potrebbero contrastare il “codice fiscale” dei ricchi americani, ovvero accumulare beni e le grandi aziende a spedire posti di lavoro e profitti all’estero. Sono giorni convulsi al Congresso dove i Democratici cercano più sponde possibili per provare a varare il piano economico di aumento tasse individuando figure e imprese che saranno i veri obiettivi della manovra: i Repubblicani infatti difficilmente daranno l’ok ad un piano del genere ma anche gli stessi Dem si trovano divisi sul piano Biden in arrivo per le prossime settimane.
RISCHIO CONSENSO PER I DEM
Quanto tassare, chi e in che tempistica: a questi tre “asset” in breve dovrebbe arrivare dalla Casa Bianca una linea chiara che possa poi essere presentata a Capitol Hill nei prossimi giorni: il problema, oltre che di natura politica per la difficile composizione delle norme, è anche in termini di consenso. Convincere gli americani che dopo la crisi per il Covid e il piano vaccini in rapida ascesa, gli interventi di nuove tasse saranno inevitabili (il che getta una luce piuttosto “sinistra” anche per tutte le nazioni europee, Italia in primis): per questo motivo Biden sarà a Pittsburgh mercoledì prossimo per annunciare la prossima fase della sua agenda economica.
Secondo il NYT si tratta di un insieme di programmi che investirebbe in «infrastrutture, istruzione, riduzione delle emissioni di carbonio e sostegno alle madri lavoratrici e costerebbe da 3.000 a 4.000 miliardi di dollari» (fonte NYT-Agi). L’aumento delle tasse andrebbe in primis a stoppare la maggiorparte dei tagli fiscali ottenuti da Trump nel 2017 per le aziende, con un’entrata del gettito fiscale che potrebbe secondo i calcoli salire fino a 2.500 miliardi di dollari.