Il governatore della Georgia, negli Stati Uniti, Brian Kemp, ha firmato la legge Sb 202 in cui vengono regolarizzate le pratiche di voto; tante norme fra cui alcune decisamente particolari, come ad esempio il divieto di portare da bere o da mangiare a chi si reca ai seggi. Ma a far discutere è in particolare il fatto che la stessa legge Kemp, così come è già stata ribattezza, punti a “limitare il più possibile – scrive Il Corriere della Sera – l’afflusso alle urne degli afroamericani e delle fasce più emarginate della popolazione”, alle urne.
Una decisione quella della Georgia, stato notoriamente repubblicano, che giunge dopo che proprio gli elettori “black” sono stati decisivi per consegnare la vittoria al presidente Biden, in grado di battere Trump di soli 11.770 voti. Pesanti le reazioni, a cominciare da quella dello stesso commander in chief, che ha definito la norma come razzista, paragonandola alla stagione della segregazione americana di Jim Crow, mentre su Twitter circolano già una serie di meme con protagonista il governatore Kemp.
GEORGIA, LEGGE LIMITA VOTO: PRONTI I RICORSI
Ovviamente diversa la presa di posizione del partito Repubblicano, che considerano la Georgia come un modello culturale per reagire alla bruciante vittoria di Biden e dei Democratici, una strada per tenere le roccaforti Rep, come ad esempio il Texas e la Forida, dove comunque i cambiamenti demografici, con l’avanzare delle generazioni di afro americani e latinos, stanno facendo sentire il proprio peso. Una strada, tra l’altro, che come riferisce il quotidiano italiano potrebbe fare da apripista ad altri stati storicamente repubblicani, come ad esempio l’Arizona, per un totale di circa ben 20 stati. I democratici sono pronti a cancellare la norma, o in qualche modo a ridimensionarla, con una legge federale sui diritti di voto che è già stata approvata alla Camera, e nel contempo non è da escludere un intervento della Casa Bianca on un ordine esecutivo, mentre il Dipartimento di Giustizia federale sta cercando di capire se sia possibile presentare ricorso. Non è da escludere che alla fine la battaglia arrivi fino alla Corte Suprema.