Con l’adozione della dad (didattica a distanza), gli studenti si sono ingegnati sempre di più ed anche l’atto di copiare si è dovuto in qualche modo aggiornare. Nascono così i “furbetti” della dad, o meglio, i “copioni”. C’è chi finge di avere problemi di connessione, chi attacca bigliettini sullo schermo leggendo durante le interrogazioni, chi nasconde il cellulare sotto la scrivania e chi usa auricolari bluetooth per ottenere suggerimenti. Se da una parte gli studenti in dad sono diventati più fantasiosi, dall’altra i professori hanno dovuto ribattere con nuove “armi” contro i copioni, con tecniche che si sono affinate nei mesi su entrambi i fronti. Mentre gli allievi studiano video su TikTok, i docenti consultano psicologi per essere sempre più preparati.
C’è chi ha deciso di far bendare gli alunni sollevando il disappunto generale e chi ha proposto di togliere i cellulari agli studenti, facendo scendere in campo i genitori che, dovendo lavorare, non hanno altro mezzo per comunicare con i figli a casa. Qualcuno, come spiega Corriere della Sera, ha puntato sulle verifiche ad personam: “Faccio tradurre un pezzo che non hanno mai visto prima, ovviamente scegliendo qualcosa che abbia un lessico base”, ha spiegato una prof di latino e greco di Bari.
PROF CONTRO STUDENTI “COPIONI” IN DAD: LE TECNICHE
Contro i copioni della dad è sceso in campo anche il professor Marco Fiorini, docente di grafica in inglese di una scuola di Ferrara che ha deciso di puntare tutto sulla comunicazione: “durante l’interrogazione li faccio parlare di esperienze personali, copiare non si può”. Qualche altro prof ha invece adottato le tecniche dell’università, come una prof di matematica di Piacenza: “Dopo averne parlato coi genitori, faccio installare agli studenti una webcam esterna che riprende la postazione. Appena inizia la verifica faccio partire la registrazione e se qualcosa non mi torna, la riguardo”. In questo modo la docente ha scoperto che un alunno si era momentaneamente allontanato. Queste tecniche però possono alimentare ansia presso gli studenti. “Alcuni hanno adottato cose un po’ maniacali, come farci mostrare i libri, ma la maggior parte dei prof ha puntato sui testi creativi: se dobbiamo fare valutazioni personali, non possiamo copiare”, ha raccontato un liceale romano. Ad intervenire sul tema è stato Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, che ha spiegato: “Se vuoi fare valutazione con la Dad, ti trovi nei guai. Istruire e far apprendere sono cose diverse: in questo momento straordinario più che sul voto il docente dovrebbe portare avanti un processo di relazione e apprendimento”. “Io sono per open book e open internet: si fa in tutto il mondo, si chiama ricerca”, ha aggiunto.