Il 20 Aprile si ricorda il martirio di Santa Sara di Antiochia, bruciata viva per difendere le sue idee e la sua fede cristiana. Sono tante le Chiese d’Italia che in questo giorno ricordano la martire e la sua totale fede in Dio, ma non esistono feste o sagre in cui viene commemorata la Santa. Il 20 Aprile, anche il paese natale di Santa Sara, Antiochia in Turchia, ricorda la sua vita e la sua morte, attraverso una festa in cui assaggiare i prodotti tipici del luogo. Il 20 aprile si celebrano altri Santi, quali: Sant’Atanasio delle Meteore, Sant’Aniceto, Sant’Agnese Segni di Montepulciano, San Donnino di Digne e San Secondino di Cordova. I beati sono: Antonio e Francesco Page, Chiara Bosatta, Simone da Todi e Domenico Vernagalli.
Santa Sara di Antiochia, la vita
Santa Sara di Antiochia è una martire cristiana vissuta tra il III e il IV secolo d.C. La sua commemorazione fu decisa per il 20 di Aprile dal Sinassario alessandrino. In questo giorno si ricorda la donna che insieme ai suoi due figli perse la vita a causa della fede cristiana. Santa Sara nacque ad Antiochia da una famiglia benestante, in un momento della storia rappresentato dall’avvento di Diocleziano e dalla sua lunga persecuzione contro i cristiani. Il suo martirio iniziò quando si innamorò e sposò un alto ufficiale dell’Imperatore, Socrate, dal quale ebbe due figli. La voglia di battezzarli era tanta, ma per farlo avrebbe dovuto trovare una città in cui le persecuzioni meno eccessive e violente l’avrebbero fatta sentire al sicuro: Alessandria d’Egitto, abitata ancora da comunità cristiane, diventò così la sua meta di fede.
Nonostante il veto del marito e le disposizioni contro il cristianesimo dell’Imperatore Diocleziano, la futura Santa iniziò il suo viaggio in mare, che fu interrotto purtroppo da una terribile tempesta che faceva prospettare il naufragio. Sara non si perse d’animo e incidendosi il petto con un coltello, disegnò con il proprio sangue il segno della Trinità sulla fronte dei figli e li immerse per tre volte in acqua, come suggeriva il rito del battesimo. L’atto di sacrificio e di fede di Sara placò la tempesta e permise alla nave di continuare il suo viaggio verso Alessandria d’Egitto. Una volta raggiunta la città cercò un prete che potesse compiere il Battesimo, ma durante il rito successe qualcosa di incredibile: ogni qualvolta che le teste dei bimbi venivano a contatto con l’acqua battesimale, questa si congelava, rendendo impossibile il Sacramento.
L’unica spiegazione del prete di quanto accadde rassicurò il cuore di Sara, ossia che il rito compiuto durante la tempesta e in un momento di particolare pericolo, avevano consentito al Cielo di rendere valido il Battesimo. Una volta avere reso cristiani i propri figli, Sara tornò ad Antiochia e raccontò tutto ciò che era accaduto al marito Socrate, ma nemmeno l’amore per la moglie e per i bambini impedì all’alto ufficiale di raccontare tutto al suo devoto Imperatore, il quale convocò la futura Santa chiedendo spiegazioni. Sara impaurita restò in silenzio, un mutismo che fece irritare Diocleziano, il quale incolpandola di non aver rispettato le disposizioni la condannò al rogo insieme ai suoi figli.