Si è dimesso l’assessore alla salute della regione Sicilia, Ruggero Razza, dopo la scandalo dei dati covid falsati esploso nelle ultime ore: «Soprattutto nel tempo della pandemia – le dichiarazioni dello stesso Razza – le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto. Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni». L’assessore ha poi aggiunto: «Desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie. Non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti più severi».
In merito ai fatti contestati, l’assessore della regione Sicilia spiega che «Si riferiscono essenzialmente al trasferimento materiale dei dati sulla piattaforma che sono stati riportati in coerenza con l’andamento reale dell’epidemia, tenuto conto della circostanza che sovente essi si riferivano a più giorni e non al solo giorno di comunicazione. Come sempre, il fenomeno della lettura postuma delle captazioni può contribuire a costruire una diversa ipotesi che, correttamente, verrà approfondita dell’autorità giudiziaria competente individuata dal Gip». Razza, infine, precisa che ogni caso covid è stato registrato nominativamente dal sistema e nessun dato «è mai stato artatamente modificato per nascondere la verità». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SICILIA, “DATI FALSIFICATI PER EVITARE ZONA ROSSA” AVVISO GARANZIA ASSESSORE RAZZA
Bufera sulla Sicilia: i dati dell’epidemia di coronavirus negli ultimi cinque mesi sarebbero stati più volte falsificati per evitare l’ingresso della regione in zona rossa. E’ quanto sostenuto da un’inchiesta della procura di Trapani, secondo cui i numeri relativi ai contagiati e ai tamponi processati sarebbero stati manipolati per mantenere l’indice sotto i livelli di guardia. Accuse pesantissime, che interessano direttamente i vertici dell’assessorato alla Salute: questa mattina, come riportato da La Repubblica, i carabinieri del comando provinciale e del Nas hanno notificato tre provvedimenti di arresti domiciliari, indirizzati ad una dirigente generale della Regione e a due suoi collaboratori. Lo stesso assessore Ruggero Razza ha ricevuto un avviso di garanzia e un invito a comparire, per essere interrogato. Le accuse, per tutti, parlano di quaranta episodi di falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, l’ultimo risalente al 19 marzo.
SICILIA, PROCURA:”DATI FALSIFICATI PER EVITARE ZONA ROSSA”
Ai domiciliari sono finiti Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, braccio destro dell’assessore Razza; Salvatore Cusimano, funzionario regionale, ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato. Come riportato da La Repubblica, secondo il gip di Trapani, Caterina Brignone, che ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza, ci si trova dinanzi ad “un disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che anzi – scrive il gip – pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite”. Il governatore, intervenuto nel corso di Omnibus, su La 7, ha dichiarato: “Bisogna avere rispetto della magistratura, così come ho fiducia nell’assessore Razza che, se dovesse risultare responsabile, naturalmente agirebbe da solo di conseguenza”. Sotto inchiesta anche Ferdinando Croce e Mario Palermo, direttore del Servizio 4 del Dipartimento retto da Maria Letizia Di Liberti.