Beppe Signori, storico ex calciatore che ha vissuto anni gloriosi indossando le divise di squadre importanti, fra cui Lazio e Bologna, ha vinto la sua personale battaglia contro l’accusa che lo vedeva coinvolto nello scandalo del calcio scommesse. Proprio in queste ore l’ex atleta è stato “assolto perché il fatto non sussiste”, sentenza accolta dal fuoriclasse con un lungo abbraccio liberatorio scambiato con il suo avvocato Patrizia Brandi all’esterno dell’aula di tribunale dove si era appena conclusa una delle partite più difficili e, soprattutto, importanti della sua carriera e della sua esistenza anche extra-calcistica.
Aveva la possibilità di scegliere di percorrere la via della prescrizione, Beppe Signori. Ma non voluto minimamente saperne, in quanto era intenzionato a provare la sua innocenza e a fugare ogni dubbio che potesse essere sorto attorno alla sua persona e alla sua figura di sportivo. Il riconoscimento dell’innocenza, giunto in questa settimana conclusiva del mese di marzo, ha regalato profonda gioia al diretto interessato, finalmente liberatosi da un incubo.
BEPPE SIGNORI: “FINALMENTE LA VERITÀ”
Beppe Signori, assolto con formula piena, potrà leggere le motivazioni complete della sua assoluzione nel giro di novanta giorni, ma intanto è stata ufficializzata la sua estraneità alla sospetta combine di Modena-Sassuolo e Modena-Siena, gare giocate nel 2011. Alla fine del processo a Modena, che ha fatto seguito alla sentenza di assoluzione pronunciata un mese fa dai giudici del tribunale di Piacenza (era imputato per l’incontro tra Piacenza e Padova del 2 ottobre 2o10), Signori ai microfoni del quotidiano “Il Resto del Carlino” ha asserito con estrema schiettezza: “Sinceramente non mi reputo un presuntuoso, ma una persona che voleva la verità. Sono trascorsi dieci anni lunghi, che non mi restituirà nessuno, ma sono un combattente. Ho rinunciato alla prescrizione per arrivare fino in fondo, perché avrebbe comunque lasciato un’ombra di dubbio e questa assoluzione è la cosa più importante”.