L’Unione europea scende in campo a difesa dei prodotti agroalimentari a Indicazione geografica (Ig), un settore che tanta parte recita nella filiera agroalimentare italiana. Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordinatori S&D e PPE alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, insieme ad altre due deputate – Clara Aguilera (S&D) e Anne Sander (PPE) – nei giorni scorsi hanno presentato alla Commissione Ue un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alle autorità cinesi.
Motivo del reclamo la decisione delle autorità di Pechino di introdurre nuovi e specifici requisiti per la promozione di referenze Ig nel Paese asiatico. “Nelle ultime settimane – spiegano i due europarlamentari – le autorità cinesi hanno avanzato ai Consorzi di tutela dei prodotti Ig europei la richiesta di dotarsi di un rappresentante legale nella Repubblica popolare cinese per poter svolgere nel Paese normali attività di promozione dei propri prodotti. Una richiesta che comporterebbe per i Consorzi un’interruzione immediata di queste ultime in territorio cinese, con gravi ripercussioni in termini di visibilità e tutela dei prodotti di qualità europei e con l’effetto di esacerbare una situazione già critica a causa della pandemia da Covid-19″.
Ma la posizione cinese non pone criticità solo a livello commerciale. Anche sul fronte normativo infatti pare irricevibile . “La richiesta – attaccano De Castro e Dorfmann – si pone in contrasto con la recente entrata in vigore dell’Accordo tra l’Unione europea e la Repubblica popolare cinese sulla cooperazione e la protezione dall’imitazione e dall’uso improprio della denominazione di 200 Indicazioni geografiche europee e cinesi”. E da qui la decisione degli eurodeputati di procedere in modo ufficiale. “Chiediamo alla Commissione – concludono De Castro e Dorfmann – di intervenire con le autorità di Pechino per chiarire tale situazione e predisporre misure immediate per salvaguardare la tutela e la promozione delle Indicazioni geografiche italiane ed europee in territorio cinese”.
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