Livio Macchia, lo storico bassista dei Camaleonti, non vede l’ora di tornare ad esibirsi. In questi mesi di pandemia hanno scritto nuove canzoni, come ha raccontato nei mesi scorsi dalla sua casa di Cinisello Balsamo, vicino Milano. Quindi, non vedono l’ora di tornare sul palco, mentre con la tv ha avuto sempre un rapporto un po’ altalenante. «Quella la lasciamo ad altri. Noi siamo sempre stati degli anticonformisti. Figuriamoci se andiamo a tuffarci in quel marasma. Ormai a cantare in tivù vanno tutti», disse molti anni fa in un’intervista a Repubblica. E si arrabbiava quando alla band veniva rifilato l’appellativo di dinosauri della musica leggera italiana. «Noi siamo i capostipiti. Sento le canzoni moderne e penso sempre che sembrano proprio una delle nostre».
In quell’intervista si irritò per il paragone con i Cugini di Campagna. «Per favore non scherziamo. Non mischiamo le carte. Se permettete noi rispetto a questi gruppi qui siamo sempre stati un’altra cosa. Abbiamo una storia e una tradizione importante. Diciamo che ci potreste paragonare giusto ai Nomadi. Un gruppo davvero senza età». Sulla sua vita privata, riguardo sua moglie e il figlio, invece è sempre stato riservato.
LIVIO MACCHIA E LA PASSIONE PER LA MUSICA DEL FIGLIO
Livio Macchia non si è tenuto solo lontano dalla tv, ma anche dal gossip. Se non fosse per una copertina di Sorrisi e Canzoni del 23 novembre 1969, in cui compare una foto dei Camaleonti che festeggiavano il loro quinto compleanno con Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik e Lucio Battisti (qui la foto), non si saprebbe che quel giorno al suo fianco c’era una certa Renata Simoncini, sua fidanzata dell’epoca. Quel che si sa, invece, è che il figlio, che ha il suo stesso nome, ha ereditato la passione per la musica del padre. In una intervista del 2009 a Patrizio Longo, infatti, presentò la sua band Swami e il primo album. «I Camaleonti sono stati influenzanti in modo del tutto naturale; in particolar per me (Livio) che dai primi passi ho seguito mio padre nelle varie tournée, creando così una naturale colonna sonora nella mia infanzia». Livio Macchia jr raccontò di aver diviso anche il palcoscenico con i Camaleonti, che hanno dato loro visibilità. «L’approccio e le movenze su un vero palcoscenico, le abbiamo imparate così».