«E’ un momento unico per la Libia, c’è un governo di unità nazionale legittimato dal Parlamento che sta procedendo alla riconciliazione nazionale. Il momento è unico per ricostruire quella che è stata un’antica amicizia», così il Premier Mario Draghi nella conferenza stampa congiunta a seguire del vertice diplomatico con il Premier Dabaiba. «E’ stato un incontro straordinariamente soddisfacente. Abbiamo parlato della cooperazione in campo infrastrutturale, energetico, sanitario e culturale. Si vuole fare di questa partnership una guida per il futuro nel rispetto della piena sovranità libica», ha poi aggiunto ancora il Presidente del Consiglio nel corso del punto stampa da Tripoli.
Il requisito essenziale però per mantenere un livello di accettabile e proficua collaborazione resta la pace militare e sociale in tutta la Libia: così Draghi intima il suo omologo «Un requisito essenziale per procedere con la collaborazione è che il cessate il fuoco continui. C’è la volontà di riportare l’interscambio economico e culturale ai livelli di 5-6 anni fa». Punto di partenza sia quell’Accordo di Amicizia siglato nel 2008, con la costruzione dell’Autostrada della Pace con profondo intervento italiano nell’opera (affidata a Salini-Impregilo): «L’Italia aumenterà le borse di studio per gli studenti libici e l’attività dell’Istituto di Cultura italiano. Si vuole fare di questa partnership una guida per il futuro nel rispetto della piena sovranità libica». Ora Draghi incontrerà anche presidente del Consiglio presidenziale, Mohammed Menfi, prima del rientro in patria stimato entro sera a Roma.
LA PRIMA VISITA DI DRAGHI IN LIBIA
Si tratta della prima vera missione all’estero per il Premier Mario Draghi quella che sta per intraprendere nelle prossime ore in Libia: accompagnato dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il Presidente del Consiglio incontrerà a Tripoli il premier del nuovo Governo di Unità Nazionale appena nominato, Abdel Hamid Dbeibah (Dabaiba) con il quale è poi anche attesa una dichiarazione alla stampa congiunta.
Nel corso del pomeriggio invece Draghi è atteso dal Presidente del Consiglio presidenziale Mohammed el Menfi, prima del ritorno in patria: l’arrivo poco dopo le ore 10 nella capitale della devastata Libia, con un’agenda fitta di temi caldissimi per l’interesse geopolitico, commerciale, economico e sociale del nostro Paese e dell’intera Unione Europea. Quella di Draghi è una visita molto strategica e non solo perché è il primo leader europeo a Tripoli dopo l’addio del Governo Al Serraj: il sostegno dell’Italia al governo transitorio che dovrà guidare la Libia fino alle prossime elezioni fissati il 24 dicembre 2021 è elemento di massimo interesse politico per la Commissione Europea che “manda” Draghi in avanscoperta per iniziare un faticoso ma necessario lavoro diplomatico tra il Paese nordafricano e Bruxelles.
I TEMI DELL’AGENDA DRAGHI IN LIBIA
«Il mio viaggio in Libia servirà per dare sostegno dell’Italia al governo di unità nazionale, con l’obiettivo di elezioni a dicembre e aiutare a fare riforme economiche che inizino ad affrontare la situazione sociale ed economica deteriorata fortemente», così spiegava in Senato Mario Draghi il 24 marzo scorso, ribadendo quanto l’occasione odierna sia importante per «vedere i nostri indirizzi rafforzati dal dialogo e dal sostegno. Occorre essere molto vigili che l’accordo sul cessate il fuoco venga rispettato con l’evacuazione di coloro che hanno alimentato questa guerra, i mercenari e gli eserciti di altri Paesi, tra questi la Turchia». Partnership commerciale sul fronte energetico con il consolidamento dell’Eni, una migliore collaborazione sul fronte migrazione e in vista dell’estate in arrivo e infine anche uno spiraglio geopolitico nel sostegno al Governo di unità nazionale senza dimenticare il fronte Bengasi con il generale Haftar (come ha “ricordato” oggi in una lettera alla Stampa l’ex Premier Giuseppe Conte). Tanti i temi in agenda, delicatissimo il dossier Libia per il Governo italiano: «Riaprire al più presto a investitori e ditte italiane», è invece la richiesta fatta ieri dal Premier Dabeiba che ha trovato consenso nell’entourage diplomatico della Farnesina e a Palazzo Chigi.