Turismo vaccinale in Serbia: sarà questa la nuova moda del 2021? Presto per dirlo, ma a giudicare dai primi esordi del fenomeno, parrebbe proprio di sì. Infatti, il Paese avente come capitale Belgrado, ha aperto a tutti gli stranieri la possibilità di recarsi entro i suoi confini nazionali per ricevere il vaccino anti-Covid (scegliendo quello che si preferisce ricevere) e dall’Italia sono piovute centinaia di richieste, filtrate dal consolato di Milano, come spiega il console Radmila Selakovic a “Il Corriere della Sera”: “Avvocati, imprenditori, liberi professionisti, anche studenti che mettono a fuoco un nuovo orizzonte di viaggio. Scrivono persino medici o sanitari italiani che hanno saltato il primo giro riservato in Italia e che si informano, perché se costretti a vaccinarsi, preferirebbero l’opzione Sputnik, emigrando nei Balcani”.
Ma com’è possibile che una nazione accetti di vaccinare cittadini di altri Paesi? La risposta è racchiusa tutta in un solo numero: 7 milioni, tanti quanti sono gli abitanti serbi. Una quantità quasi dieci volte inferiore alla popolazione italiana, per cui avviare le vaccinazioni di massa non è stato di certo un problema, tanto che la Serbia può quasi dirsi totalmente immune. E i vaccini avanzati? Ecco la risposta al quesito antecedente: agli stranieri.
TURISMO VACCINALE IN SERBIA: COME FUNZIONA
Il turismo vaccinale in Serbia può essere però gestito agevolmente a Belgrado e dintorni, qualora si registrasse un boom di prenotazioni? Secondo le parole pronunciate dal console Selakovic a “Il Corriere della Sera”, è presto per dirlo: “Chi scrive ci chiede la procedura, le tempistiche. L’iscrizione online non equivale a un appuntamento vero e proprio, ma è solo una richiesta di adesione che poi verrà gestita in base alla lista di attesa. Per ora i vaccini ci sono e sono gratuiti anche per gli stranieri con o senza permesso di soggiorno”. Il vero problema, per chi vive in Italia e decide di tentare la rincorsa al vaccino in Serbia, è collegato alle possibilità di spostamento oltremodo limitate, poiché, almeno sino al prossimo 30 aprile, data entro la quale si spera possa registrarsi un abbassamento della curva dei contagi, non esistono e non sono programmati voli diretti verso il Paese straniero. C’è però la possibilità di fare alcuni scali (Vienna, Zurigo, Budapest). “Ma senza appuntamento è inutile partire – conclude il console –, le frontiere sono chiuse e serve aver fissato la prenotazione”.