Sono stati sospesi i test del vaccino AstraZeneca sui bimbi. Come riferito in queste ultime ore da numerosi organi di informazione, a cominciare dall’AdnKronos, l’Universitò di Oxford ha deciso di bloccare la sperimentazione del siero in attesa poi di un’analisi più certa sui legami presunti fra lo stesso farmaco i casi di trombosi emersi negli ultimi giorni. I test sui bambini erano iniziati lo scorso mese di febbraio e avevano coinvolto un gruppo di età compresa fra i 6 e i 17 anni, coinvolgendo all’incirca 300 volontari.
Andrew Pollard, professore e vaccinologo inglese specializzato in pediatria e direttore dell’Oxford Vaccine Group, ha spiegato: “Sebbene non ci siano preoccupazioni per la sicurezza nella sperimentazione pediatrica, prima di somministrare altri vaccini attendiamo ulteriori informazioni dall’Mhra (l’Authority per i farmaci britannica, ndr) sui rari casi di trombosi e trombocitopenia che sono stati segnalati negli adulti”.
ASTRAZENECA SOSPENDE TEST SUI BIMBI, INTANTO SI ATTENDE CHIAREZZA SUI CASI DI TROMBOSI
Il vaccino di AstraZeneca torna quindi al centro delle cronache, dopo i recenti fatti che hanno visto Germania, Francia, Olanda, Svezia, Islanda, Finlandia e Canada, decidere di limitare l’uso del vaccino agli over 60, mentre l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ha precisato: “La commissione della farmacovigilanza che valuta il rischio (Prac) non ha ancora raggiunto una conclusione. La revisione è in corso. Terremo una conferenza stampa non appena il lavoro sarà terminato, domani (oggi, ndr) o giovedì”. A far scoppiare il nuovo caso era stato Marco Cavalieri, responsabile della strategia sui vaccini dell’Ema, che a seguito di un’intervista con AstraZeneca aveva spiegato: “«Ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine. In sintesi: nelle prossime ore diremo che il collegamento c’è. Come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo”. Sulla vicenda è intervenuto di recente anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che non ha escluso possibili limitazioni.