Amaurys Perez ospite della seconda puntata di Game of Games, il nuovo show condotto da Simona Ventura in prima serata su Rai2. Una nuova prova per il campione di pallanuoto che negli ultimi anni lo abbiamo visto sempre più protagonista nel piccolo schermo. Una presenza, la sua, non cercata però come ha raccontato l’atleta intervistato dal giornaledipuglia.com visto che parlando proprio della tv ha rivelato: “non ho deciso io di entrarci ma sono stato catapultato per caso, ad ogni modo il mio futuro non lo vedo in televisione, anche se è un mondo che mi diverte. Se mi chiamano ben venga, ma non mi sento di progettare il mio futuro nell’ambito della televisione. Il mio mondo è la pallanuoto e produrre birra artigianale”. La sua più grande passione, infatti, resta la pallanuoto: sport in cui ha brillato e si è fatto conoscere. Una passione nata tantissimi anni fa quando ancora viveva a Cuba: “è stata una bella lotta per arrivare dove sono arrivato, i tanti traguardi raggiunti con la nazionale italiana, allenarsi per sette ore giorno per tanto tempo…”.
Amaurys Perez: “Ho lasciato Cuba per lo sport”
Una carriera importante quella di Amaurys Perez che nella pallanuoto ha vinto un mondiale in Cina nel 2011 e l’argento a Londra nel 2012. Titoli prestigiosi, ma l’atleta non nasconde delle delusioni: “la finale di Europa League raggiunta a livello di club, quando giocavo con l’Acquachiara, e non ti nascondo che quella è una sconfitta che ancora mi brucia, il bronzo di Eindhoven nel 2012 perso contro l’Ungheria con la nazionale italiana…”. Proprio per inseguire la sua grande passione per lo sport ha dovuto lasciare la sua terra, Cuba, a cui è ancora oggi affezionato. “Ho lasciato la mia terra per lo sport, sono arrivato in Italia nel 2004, ma in realtà il distacco dalla mia terra era avvenuto molto tempo prima, sono stato prima in Spagna e poi in Italia” – ha raccontato il campione che appena può ritorna a Cuba. Una città che ti entra dentro e di cui sente una grandissima mancanza: “mi manca l’El patio, il quartiere… e mi manca la possibilità che hanno i cubani di essere felici con poche cose”.