Le dimissioni del Presidente del Consiglio Regionale in Lazio ieri hanno avuto l’effetto “deflagrante” per l’intero Pd ‘romano’, in primis per il Governatore ed ex segretario dem Nicola Zingaretti: dopo l’uscita di scena di Mauro Buschini ieri, secondo un retroscena del Fatto Quotidiano, il Presidente della Regione si sarebbe scagliato contro i suoi con parole durissime, «mi state rovinando la carica politica. Adesso basta!». La vicenda denominata già “Concorsopoli Lazio” è legata ad assunzioni a tempo indeterminato al Consiglio Regionale di 16 persone attinte da un bando del comune di Allumiere (3.800 abitanti in provincia di Roma): in sostanza, tali concorsi hanno premiato in buona parte dei collaboratori fiduciari dei consiglieri regionali del Partito Democratico (ma anche di Lega e Movimento 5 Stelle).
Tra questi, due sono collaboratori di Mauro Boschini, che ha così deciso di lasciare l’incarico per «trasparenza» dopo due settimane di “assedio” in Consiglio Regionale. Lo scossone di Buschini ha però riaperto la già difficile situazione della maggioranza di Centrosinistra in Lazio (con il recente ingresso del M5s che non è iniziato nel migliore dei modi, con lo scontro a distanza tra Zingaretti e Virginia Raggi): addirittura il Governatore, oltre al passo indietro di Buschini vorrebbe anche la cacciata di tutti i componenti dell’ufficio di presidenza che hanno approvato le assunzioni (tra cui figura anche Michela Di Biase, moglie del Ministro della Cultura Dario Franceschini).
CAOS NEL LAZIO, ZINGARETTI MEDITA L’EXIT STRATEGY
Oltre al nodo politico, Zingaretti teme l’eventuale risvolto giudiziario per la “Concorspoli” del Lazio: per questo, rivela ancora il Fatto, alcuni vicini al Governatore avrebbero consigliato una “exit strategy” simile a quanto avvenuto ad una sua predecessore alla guida della Regione come Renata Polverini. Dimissioni sull’onda dello scandalo dei rimborsi ai gruppi politici locali: in questo modo, scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio, «tale exit strategy che spingerebbe il governatore verso la candidatura a sindaco di Roma». In questo modo si riaprirebbe però lo scontro interno al Partito Democratico nazionale, con i rapporti già non felicissimi dopo le dimissioni e l’avanzata di Enrico Letta al suo posto: per il ruolo di candidato a Roma la figura prevista è quella di Roberto Gualtieri, ma non tutti sono concordi nell’area Csx. Ieri per dire, Italia Viva con Renzi si sono schierati con la candidatura di Carlo Calenda al Campidoglio anche con Gualtieri in campo: la presenza poi della Raggi, restia ad abbandonare la contesa, porterà anche il M5s staccato (e forse spaccato) dall’area Centrosinistra. Di contro invece, la presenza di Zingaretti come eventuale candidato potrebbe sparigliare le carte per l’ennesima volta provando a ricompattare l’intero campo progressista contro il Centrodestra: che poi è l’opzione Letta prediletta, secondo tutti i retroscena di queste ultime settimane.