Sono decisamente gravi le accuse nei confronti di Adan, un albanese residente in quel di Padova, nel mirino per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti della moglie. Per difendersi, come riferisce il Corriere della Sera, ha spedito una lettera al magistrato in cui viene descritta una situazione al limiti del mondo: «Mia madre voleva trovarmi una fidanzata – racconta Adan – e aveva chiesto alla zia di Jorina se conosceva qualche ragazza. La zia aveva così pensato a Jorina, sua nipote. Io sono andato a vederla e, come fanno la maggior parte degli albanesi, ho chiesto la sua mano alla madre… Neppure un mese dopo mi ha dato la figlia. Aveva 17 anni, però non l’ ho trovata vergine…».
La coppia si è sposata una quindicina d’anni fa, mettendo al mondo anche due figli, ma dopo un anno di violenze, umiliazioni e minacce, Jorina ha denunciato Adan, che nel tentativo di giustificare la propria situazione, come spesso e volentieri accade, ha peggiorato le cose. Il pm Sergio Dini, dopo aver letto la lettera, ha infatti fatto allontanare immediatamente l’uomo dalla casa. «Tratta la moglie come se fosse un capo di bestiame – le parole del pm rivolte al giudice – la considera una proprietà di cui disporre sessualmente e lavorativamente a proprio piacimento. Tutto indica un substrato culturale improntato a un’ inaccettabile visione di inferiorità della donna».
ALBANESE ALLONTANATO DA CASA “MOGLIE COME BESTIAME”: IL RACCONTO DELLA DONNA
Adan, nel suo racconto, narra la scoperta della ‘non verginità’ della sua futura moglie: «Le ho chiesto perché non fosse vergine e lei mi ha detto che l’aveva violentata suo cugino…». Quindi l’albanese ha proseguito: «L’ho portata a lavorare nel bar di un hotel ma lei usciva a mangiare la pizza con un collega di lavoro… l’ ho dunque tolta dal lavoro e l’ ho tenuta 8-9 mesi senza lavorare, però a casa non faceva niente. Quando è nato l’ altro bimbo non è che ha messo la testa a posto: allora mi son detto “prova a mandarla un’ altra volta al lavoro” ma lei andava a strusciarsi con qualcuno e l’ ho tolta di nuovo». Della stessa storia ne ha parlato anche la triste protagonista, la stessa Jorina: «Ripercorrendo i 15 anni di matrimonio posso dire di essere stata completamente annullata da lui e di aver vissuto in uno stato di totale soggezione. Abituata a sentirmi dire che non valevo nulla, mi ero convinta di essere davvero incapace e mi sentivo così in difetto da meritare di essere maltrattata da mio marito». Quindi svela i maltrattamenti subiti: «Un giorno, terminato il turno di lavoro, mi sono fermata mezz’ ora con alcuni colleghi… è andato dove lavoravo a minacciare urlando i colleghi uomini, ho dovuto licenziarmi… Un’ altra volta è venuto in salotto con una cintura in mano e ha iniziato a colpirmi violentemente, costringendomi a un rapporto sessuale…», quindi pestaggi e corse al pronto soccorso, per anni che sono stati davvero “difficili”, fino alla decisione di denunciare il tutto.