Inchiesta Open: Luca Lotti è indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sulla Fondazione nota per aver organizzato e finanziato la Leopolda di Matteo Renzi. L’ex ministro, già presidente della Fondazione Open, è finito nel registro degli indagati insieme all’avvocato Alberto Bianchi, il costruttore Alfonso Toto e l’imprenditore Patrizio Donnini. Come riportato da La Repubblica, lo si apprende dalle proroghe alle indagini notificate ai quattro nei giorni scorsi. Sebbene non vi sia stato alcun cenno al contenuto delle accuse, secondo alcune indiscrezioni di cui dà conto “La Repubblica”, all’ex ministro Lotti verrebbe contestata un’azione a sostegno del gruppo Toto (tra i finanziatori della macchina eventi). A proseguire nel frattempo sono anche le indagini riguardante l’altro filone, quelle inerenti il presunto finanziamento illecito ai partiti, per cui il pm Luca Turco e Antonino Nastasi hanno iscritto nel registro degli indagati Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, Marco Carrai, e gli stessi Luca Lotti e Alberto Bianchi.
LUCA LOTTI INDAGATO PER CORRUZIONE
Il teorema investigativo portato avanti dalla procura di Firenze si concentra sulla presunta natura di articolazione di partito di Open. Tra il 2012 e il 2018, secondo l’accusa, la Fondazione Open avrebbe infatti ricevuto “in violazione della normativa” 7,2 milioni di euro, risultato delle donazioni di diversi finanziatori, di cui almeno una parte spesa per sostenere l’attività politica della corrente facente riferimento a Matteo Renzi nel Partito Democratico. A riprova di questa ricostruzione vi sarebbero, tra le altre cose, i riferimenti alle primarie dell’anno 2012, al comitato per Matteo Renzi segretario e alle ricevute di versamento da parlamentari. Sempre secondo la procura guidata da Giuseppe Creazzo, la Fondazione Open avrebbe anche rimborsato spese effettuate da parte di alcuni parlamentari e messo a loro disposizione, come nel caso di Luca Lotti, bancomat e carte di credito. Se Franco Coppi ed Ester Molinaro, legali dell’ex ministro, in una nota dichiarano “di aver ricevuto una proroga di indagine in cui si ipotizza il reato di corruzione” sottolineando di “non poter offrire, al momento, alcuna ulteriore informazione poiché l’atto non descrive i fatti sui quali vertono le indagini“, più esplicito è il legale di Bianchi, l’avvocato Nino D’Avirro secondo cui “si tratta dell’ipotesi di corruzione meno grave. Non riguarda infatti gli atti contrari ai doveri di ufficio“.