Ritardare la seconda dose di vaccino può far svoltare la campagna: netto Guido Rasi. L’ex direttore dell’Ema ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Covid-19 ai microfoni de La Stampa ed ha promosso la proposta del presidente del Consiglio superiore della Sanità Franco Locatelli di passare da 28 a 42 giorni per la seconda dose…
«L’importante è che ci sia strategia complessiva», ha rimarcato Guido Rasi, ribadendo che è possibile variare rispetto ai 28 giorni decisi dall’Ema per Pfizer e Moderna: «Il protocollo suggerisce la seconda dose entro 28 giorni, ma nel foglietto illustrativo l’Ema fa notare che gli studi su Pfizer e Moderna comprendono pazienti con seconda dose anche 42 giorni».
GUIDO RASI: “EFFETTI COLLATERALI ASTRAZNE”
Nel corso dell’intervista a La Stampa, Guido Rasi ha sottolineato che il rischio di restare scoperti dall’immunità è minimo, considerando che gli anticorpi si creano soprattutto nella terza settimana: «Per gli anziani, che hanno un sistema immunitario debole, serve la seconda. Per i giovani meno, ma è comunque per tutti un prolungamento e rafforzamento della risposta immunitaria». Passando al caso Astrazeneca, Guido Rasi ha specificato che ora va utilizzato per gli over 60, ma tornerà utile anche per altre fasce d’età: «L’effetto collaterale è rarissimo e non è da escludere che con la vaccinazione di massa sorgano reazioni simili alla proteina Spike di altri vaccini».