Sara ha 14 anni, da quando ne ha 8 è allettata a causa di una rarissima malattia, complicazione della spina bifida, ma non per questo a sua vita è povera di interessi. Seguitissima sulla sua pagina Instagram “@lasarabook” e sul suo blog “Lalettricesognatrice”, Sara è amante della lettura e della scrittura. Da poco ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Con tutto l’amore che so”. Intervistata dall’agenzia Dire, ha raccontato com’è nata l’idea di scrivere un suo libro: “Leggendo molto ho sempre avuto il desiderio di scrivere, così come ho sempre immaginato come sarebbe stata la mia storia riportata su carta. Sin da piccolissima ho iniziato a scrivere poesie, testi e da qui è nata l’idea di scrivere questo romanzo. ‘Con tutto l’amore che so’ tratta di una storia che prende ispirazione sia dalla mia condizione e dal vissuto delle persone che mi circondano ma vuole anche essere la ‘voce’ di tutti coloro che nella propria vita hanno delle zavorre e se ne devono liberare. La storia in parte è autobiografica ma io e Sofia siamo due persone distinte. La scrittura mi ha aiutato tanto perché mi ha permesso e mi permette tutt’ora di viaggiare in nuovi mondi e secondo me questo è il potere più grande“.
Sara, allettata dall’età di 8 anni: “Così viaggio grazie alla scrittura”
Sara ha spiegato come la sua condizione di vita abbia influito sulla sua passione per la lettura e per la scrittura: “Sicuramente in un modo più fantastico. Anche perché stando a letto, in una camera molto piccola, scrivere mi ha permesso di viaggiare e inventarmi in modi nuovi ogni giorno. Spero che il mio lavoro sia da stimolo anche per gli altri ragazzi. È quello che mi ripropongo di fare nei miei canali social e cioè di avvicinare i ragazzi alla lettura. Molti pensano che sia una cosa noiosa mentre è una cosa estremamente bella quando si trova il libro giusto“. Il suo libro verrà presentato domani sui canali social dell’ospedale Israelitico di Roma, e per lei questo, “vivendo per lunghi periodi in ospedale“, assume “un significato enorme. È il miglior contesto anche perché la protagonista del libro, Sofia, vive in ospedale proprio come capita a me. La struttura per lei è quasi una seconda casa e in quell’ambiente riesce a stringere dei rapporti veri anche con la stessa equipe medica. Secondo me assume un significato enorme anche perché si ritrova all’interno di una piccola famiglia dove poter essere ancora più compresa. Vorrei cogliere l’occasione poi per ringraziare chiunque stia seguendo l’intervista. Sono molto emozionata all’idea della presentazione di mercoledì. Per coloro che vorranno leggere il mio romanzo vorrei chiedere loro di leggerlo con gli occhi della propria adolescenza perché Sofia, nonostante la sua diversità, è una ragazza come tutti gli altri e secondo me questa è la cosa più importante. Nonostante la diversità siamo tutti uguali. La scrittura, come anticipato prima, ti porta in nuovi mondi e ti permette di abbandonare la zavorra costituita dal dolore“.