«La Conferenza delle Regioni ha oggi aggiornato le linee guida per la riapertura di alcune attività in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei protocolli di prevenzione», lo ha annunciato il Presidente Massimiliano Fedriga al termine della Conferenza Regioni di questo pomeriggio. A seguire, la bozza con le linee guida sulle riaperture è stata presentata al Governo rappresentato dalla Ministra Gelmini: per domani alle ore 11 è invece convocata la cabina di regia con il Premier Draghi per discutere con i rappresentanti delle Regioni proprio elle aperture tra fine aprile e maggio.
Il documento (qui il pdf aggiornato) tratta nello specifico di ristoranti, palestre, piscine, cinema e spettacoli, ma chiede anche l’eliminazione del coprifuoco, oppure lo spostamento almeno a mezzanotte: «Si tratta di proposte elaborate dai Dipartimenti di prevenzione delle Regioni su cui chiederemo il parere del CTS che ci auguriamo arrivi il prima possibile – spiega il Presidente della Conferenza delle Regioni – per permettere, in modo progressivo e ferma restando l’applicazione del principio di massima cautela in termini di contenimento della diffusione del Covid-19, al Paese di imboccare la strada del ritorno alla normalità». L’intento delle Regioni è quello di programmare riaperture a prescindere dal colore del territorio: ergo, si richiede l’apertura delle attività anche in zona rossa a fronte di «certificazioni sulla vaccinazione avvenuta o di test rapidi da eseguire all’ingresso con esito negativo». Lo stesso Fedriga ha poi aggiunto al termine del confronto con il Governo «Stiamo infine valutando anche altre linee guida per le ulteriori attività produttive soprattutto in relazione alla revisione e al riscontro dei diversi scenari di rischio. Occorre poi verificare che alcune attività di servizio alla persona, – parrucchieri, estetisti -, attualmente chiuse nelle zone rosse possano con l’attuazione di rigidi protocolli riprendere il loro lavoro in sicurezza».
BOZZA LINEE GUIDA REGIONI
Le Regioni spingono per le riaperture, mentre il Ministro della Salute Roberto Speranza tiene ancora il piede sul freno: mentre i territori hanno inviato la bozza delle linee guida di graduale riapertura del Paese, alla Camera il titolare della Sanità replicava «Dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e abbiamo il dovere di costruire una road map per l’allentamento delle misure sempre approvate all’unanimità dal Consiglio dei ministri […] Non ci possono essere dubbi o esitazioni, solo vaccinando decine di milioni di italiani riconquisteremo le nostre libertà e sarà possibile una duratura ripresa economica. Nel frattempo, soprattutto nei prossimi 2 mesi, dobbiamo muoverci con senso di responsabilità. La prudenza, un accorto gradualismo nelle riaperture è il più forte investimento che possiamo realizzare per un’estate di ripresa e di rinascita».
Di contro le Regioni, nell’incontro di oggi pomeriggio con la Ministra Gelmini, hanno studiato il seguente pacchetto di norme e misure (bozza anticipata da Corriere e Adnkronos) da approntare già dalla prossima settimana (con graduali step fino a inizio giugno):
RISTORANTI
Riapertura pranzo e cena, anche nelle regioni rosse, con le Regioni che propongono di integrare le misure attuali «con strategie di screening/testing». Inoltre «disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors)».
BAR
«Dopo le 14 consentire solamente la consumazione al tavolo nei bar […] Per la consumazione al banco assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 2 metri tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale».
CINEMA
Distanza di 1 metro, accesso con prenotazione e mascherina obbligatoria: «Se viene lasciata la facoltà di non indossare la mascherina quando si sta seduti, la distanza è raddoppiata a 2 metri. Porte e finestre devono essere lasciate aperte il più possibile».
CONCERTI
«Mantenere la distanza di almeno un metro dagli altri musicisti […] Per gli strumenti a fiato la distanza aumenta a 1,5 metri e il direttore deve stare a 2 metri dai professori d’orchestra».
TEATRO
«L’uso promiscuo dei camerini è da evitare salvo assicurare un adeguato distanziamento interpersonale unito a una adeguata pulizia delle superfici […] Artisti e personale devono indossare la mascherina quando l’attività non consente il rispetto del distanziamento».
PALESTRE
«Gli ingressi e le attività devono essere pianificati (es.con prenotazione) e regolamentati per evitare assembramenti. Può essere rilevata la temperatura corporea e impedito l’accesso oltre i 37,5 gradi. Spazi, spogliatoi e docce vanno organizzati in modo da garantire la distanza di 2 metri».
PISCINE
«La densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7mq di superficie di acqua a persona […] Nelle aree verdi e nelle aree solarium deve essere garantita una superficie di 10 mq per ogni ombrellone e la distanzia di 1 metro tra lettini e sdraio. Prima di entrare in vasca è obbligatoria la doccia saponata».
L’Italia chiede a gran voce le riaperture: al netto delle vaccinazioni ancora non a ritmo sfrenato, al di là del caos sullo stop ad AstraZeneca e Johnson & Johnson, al di là anche degli scontri politici tra Csx e Cdx sul Ministro Speranza, il popolo di Partite Iva, commercianti e ristoratori non ce la fa più. I lockdown e le zone rosse hanno portato alla lunga ed estenuante crisi economica a cui il Governo Draghi – viste anche le fortissime proteste delle ultime 2 settimane – non sembra “insensibile”: oggi al tavolo delle Regioni e delle Province autonome è in corso l’aggiornamento delle linee guida da presentare al governo nel pomeriggio (alle 14.30 e alle 17 con la Ministra Gelmini).
Si parla di un primo allentamento dal 26 aprile prossimo, con un calendario di graduali riaperture scandito dal nuovo Presidente della Conferenza Regioni Max Fedriga (Lega): «La nostra è una posizione di grade responsabilità. Per combattere la pandemia le persone devono muoversi con le Istituzione e le Istituzioni devono essere in sintonia con la gente. Non sono meglio regole rigide per farle rispettare e non dei divieti che nessuno rispetta più?».
IL PIANO DI RIAPERTURE DELLE REGIONI
Tre i punti primari da discutere nelle prossime ore tra Governo e Regioni per poter riavviare la macchina produttiva del Paese: zone gialle, coprifuoco e spostamenti. Nel primo caso, il calendario che sta approntando la Conferenza dei territori vede la graduale riapertura delle attività in zone gialle e arancioni: si tenta di sfruttare la norma inserita nell’ultimo Decreto Covid che prevede una verifica del Governo in Cdm (potrebbe avvenire già all’inizio della prossima settimana, ndr) per la re-immissione delle zone gialle nello scacchiere nazionale. A quel punto il calendario dovrebbe prevedere – secondo le anticipazioni del Corriere della Sera – i ristoranti aperti a pranzo dal mese di maggio, poi i luoghi dello spettacolo (cinema, musei, teatri) e infine palestre-piscine. Il calendario della ripartenza a maggio avrà un programma differenziato tra le Regioni, con due fattori principali: l’andamento della curva epidemiologica e il numero di persone vaccinate. Si inizia con i locali aperti a pranzo, ma la richiesta è quella di aprire anche la sera (almeno nelle zone gialle): regole Cts potrebbero già essere utilizzate per riaprire i cinema (500 persone al chiuso e 1000 all’aperto e un tetto del 50% al coperto, invece che del 25), le palestre (2 metri distanza) e le piscine (10 metri quadri), ma qui il Ministero della Salute tiene ancora le maglie strette e “ritarda” il tutto dalla metà di maggio in poi.
Secondo nodo importante è il coprifuoco: le Regioni e le categorie di ristoratori chiedono l’eliminazione o, alla peggio, lo spostamento dalle 22 fino almeno a mezzanotte, specie se passerà la richiesta di riaprire la sera i locali con stringenti regole su prenotazioni e capienza massima. I cittadini chiedono poi alla politica un’effettiva giustificazione scientifica che porta il Paese ormai da 160 giorni consecutivi a convivere con il coprifuoco.
Da ultimo, in discussione è anche il divieto – per il momento confermato fino al 15 maggio – di spostamento fuori dalle Regioni: diverse le anime interne alla maggioranza, mentre le Regioni spingono affinché venga tolto questo vincolo per iniziare a dare respiro a turismo e attività commerciali. Di contro, l’ala più rigorista del Governo spinge affinché la discussione venga rimandata al prossimo Decreto (non prima del 1 maggio 2021).
DOMANI CABINA DI REGIA DRAGHI-REGIONI
Di questo e del nodo altrettanto importante dei ristori (previsto lo scostamento di bilancio da 40 miliardi votato oggi in Cdm per il prossimo Dl Sostegni bis) parleranno sia oggi nella Conferenza Stato-Regioni sia domani nella cabina di regia Draghi-Regioni: nella giornata di venerdì dopo il monitoraggio e i “nuovi colori”, enti locali ed esecutivo si riuniranno in videocollegamento con Palazzo Chigi per discutere proprio di riaperture. Secondo quanto trapelato da fonti di Palazzo Chigi, nel corso della riunione non è escluso si stabilisca di «allentare sin da subito le misure che prevedono l’Italia divisa in rossa e arancione fino a fine mese, ripristinando le zone gialle prima della scadenza-contenuta nell’ultimo dl- del 30 aprile».
La Lega e il Cdx spingono per questa soluzione, come conferma il Ministro del Mise Giancarlo Giorgetti: «Se i dati sull’andamento dei contagi sono veramente questi, credo che già dalla settimana prossima un programma di riaperture, ovviamente prudenziale ma ragionevole, debba essere messo in campo e quindi si possa ricominciare ad aprire le attività». Le Regioni presenteranno il loro piano con calendario annesso, mentre gli scienziati del Cts (guidati da Brusaferro e Locatelli) daranno il loro parere su riaperture, vaccinazioni e varianti. Prende infine quota l’ipotesi di allentare le misure “step by step”, offrendo una serie di ‘date obiettivo’ come avvenuto in Inghilterra per le riaperture che consentano agli italiani di «tornare a guardare al futuro», come ripete il Premier Draghi.