Doveva essere una semplice discussione formale in merito sull’ordine dei lavori al Senato questa mattina e invece inaspettatamente è scoppiato un mini-scontro all’interno del Governo Draghi con la Lega “isolata” da Pd-M5s-LeU-Italia Viva in merito alla calendarizzazione del Ddl Zan su omofobia e omotransfobia. L’antefatto viene da ieri, quando il presidente della Commissione Giustizia al Senato – Andrea Ostellari (Lega) – ha deciso di rimandare la questione di calendarizzare la legge del deputato Zan (Pd) alla Conferenza dei Capigruppo: è così intervenuto oggi in Aula a Montecitorio il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, chiedendo a tutti i partiti di maggioranza un passo indietro sui temi “divisivi”.
«È da più di un mese, da quando è nato questo Governo, che chiedo espressamente una riunione con tutti i Capigruppo di maggioranza per decidere quali sono i disegni di legge da calendarizzare nelle varie Commissioni. La risposta, dopo un mese e mezzo, è quella che in ogni singola Commissione la vecchia maggioranza (poi deciderete voi se è legittimo o meno), quindi la maggioranza dell’attuale maggioranza, vuole andare avanti a calendarizzare disegni di legge identitari e in molti casi divisivi», spiega Romeo invitando alla discussione gli altri partiti della maggioranza. La scorsa settimana, nel vertice tra Lega e Mario Draghi, il Premier ha ricordato anche al Carroccio l’impegno per la massima unità di intenti dei partiti a Palazzo Chigi: Romeo lo ricorda quando afferma «il presidente Draghi – e mi prendo io la responsabilità di usare le sue stesse parole – ha chiesto espressamente che, in questa fase delicata del nostro Paese sotto l’aspetto sanitario ed economico, di accantonare – ha usato questo termine – tutto ciò che ha significato un marcare la differenza tra i vari partiti negli ultimi venti anni. Ok? Così ce le diciamo tutte».
LO SCONTRO NEL GOVERNO SUL DDL ZAN
Ebbene, in merito al tema del Ddl sull’omofobia, è ancora il capogruppo della Lega a sottolineare «di fronte a queste parole, di cui ho preso anche nota, il risultato è quello che vedo: nel Parlamento si va avanti e la vecchia maggioranza va avanti come se al Governo ci fosse ancora Conte». Proseguire secondo Romeo su questi temi divisivi all’interno del Governo, significa «avvelenare il clima all’interno e mettere in difficoltà e ulteriormente a rischio una situazione che è già difficile tra di noi; diciamocelo tutti, perché facciamo fatica a trovare l’accordo su tanti temi». Il solitamente calmo Romeo si scalda quando ricorda alle forze di Centrosinistra, «Scateniamo degli incendi nelle varie Commissioni o in Aula su temi che oggi si chiamano Zan, domani sarà lo ius soli e poi ce ne saranno altri? No, penso che questo non sia assolutamente possibile, nel rispetto di ogni singola idea». La Lega da quando è iniziato il Governo Draghi – conclude ancora il capogruppo – ha evitato di porre all’ordine del giorno il tema dell’affido condiviso, i decreti sicurezza, la Flat Tax «li abbiamo accantonati», mentre Pd-M5s-IV-LeU si fissano sul Disegno di Legge Zan, «non è solo divisivo con noi, ma è divisivo anche a sinistra, perché abbiamo visto Arcilesbica, Paola Concia, alcune femministe come Marina Terragni, che hanno criticato questo disegno di legge, perché l’identità di genere mette a rischio le conquiste fatte dalle donne per anni».
All’aula che si scalda contestando l’intervento di Romeo, il senatore contrattacca «questo è il vecchio sistema per cui quando c’è qualcosa che vi dà fastidio, voi non volete far parlare gli altri. Classico delle dittature […] rispetto le idee LGBT, però voglio che anche gli altri rispettino le mie. Non posso essere messo un domani nelle condizioni di essere bollato, sanzionato, di non potermi candidare, solo perché ho osato contraddire un’ideologia. Questo non è giusto!». Intervenuta subito dopo, la Presidente dei senatori Pd Simona Malpezzi replica «vogliamo semplicemente discutere in commissione Giustizia dei disegni di legge che riguardano i crimini di odio. Visto che c’è una maggioranza ampia a sostegno del governo, il Parlamento può votare i decreti per l’emergenza e lavorare sui disegni di legge di iniziativa parlamentare. Una cosa non esclude l’altra». Per il capogruppo M5s Licheri invece «non c’è Paese al mondo che possa rinunciare a crescere sul tema dei diritti civili dell’individuo, checché ne dica la Lega. L’Italia vuole una legge che non permetta che una persona possa essere insultata e picchiata semplicemente per il suo modo di essere». Diversa la lettura del capogruppo renziano Faraone, «Reputo ipocrita chi difende il ddl Zan e non dice una parola contro Grillo in quel video scandaloso. Se fosse stato approvato il disegno di legge Zan, Grillo sarebbe stato cacciato a pedate».