Dopo un maxi dispiegamento di uomini e mezzi lungo il confine con l’Ucraina, la Russia ha annunciato il ritiro dell’esercito. Stando a quanto fatto sapere dai vertici militari, le esercitazioni militari sono dichiarate concluse, e di conseguenza, i vari mezzi coinvolti possono tornare alle loro postazioni originari. Si tratta nel dettaglio di circa 100.000 truppe divise fra 60 navi da guerra, 200 aerei, 10.000 soldati e 1.200 veicoli militari, un dispiegamento che ha fatto drizzare le antenne alla Nato, a cominciare dagli Stati Uniti e da tutte le forze occidentali, che temevano un escalation lungo uno dei fronti più caldi al mondo.
Fortunatamente il “caso” sembra rientrato, e Serghej Shoigu, il ministro della Difesa russo, ha commentato: «Le truppe si sono dimostrate in grado di garantire la difesa del Paese. L’obiettivo è stato completamente raggiunto». L’esercito si ritirerà dalla Crimea precisamente a partire da sabato 23 aprile, e il ritorno alla normalità si concluderà il primo maggio, una settimana dopo.
RUSSIA ANNUNCIA RITIRO DAL CONFINE CON L’UCRAINA: “OBIETTIVI RAGGIUNTI”
Una manifestazione di forza quella dell’esercito della Russia lungo i confini con il Donbass, uno schieramento senza precedenti come ricorda IlSole24Ore.it, che aveva fatto allarmare vari governi, a cominciare ovviamente da quello di Kiev. In base alle varie fotografie satellitari e aeree delle agenzie europee e americane, la Russia aveva schierato una serie di forze superiori addirittura a quelle intervenute nel 2014, l’anno in cui la Crimea tornò ad essere territorio della Federazione Russa, e in cui iniziò anche la guerra nel Donbass.”Le truppe hanno dimostrato la loro capacità di garantire una difesa affidabile del Paese. Così ho deciso di completare le attività di ispezione nei distretti militari meridionali e occidentali”, le parole di Shoigu, che però non ha fornito altri dettagli, aggiungendo: “Considero gli obiettivi del controllo istantaneo della prontezza raggiunti”. Putin, parlando alla nazione nel discorso sullo stato, ha avvertito l’occidente spiegando che prenderà decisioni caso per caso ogni qual volta verranno superate “le linee rosse” invalicabili della propria sicurezza.